Cultura e spettacolo

I CANTI DELLA PASSIONE

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Fino agli anni ’40 dello scorso secolo, i rituali pasquali entravano nel vivo a partire dal lunedì Santo.   Questo non solo nelle chiese, ma anche davanti agli altarini pubblici e perfino nelle case private. Dove c’erano icone raffiguranti la Passione di Cristo, attempati musicisti intonavano canti monodici e musiche popolari in linea con la tradizione liturgica. Lo facevano a modo loro ma con vera Fede. Sia i testi che le musiche sono di autori sconosciuti. Le loro origini sarebbero antichissime. A Catania, nella chiesa San Francesco di Paola, nel popoloso quartiere della Civita, alcuni di questi canti sono stati riportati in vita dalla voce di Melo Zuccaro. L’ affezionato cantore delle antiche tradizioni catanesi, accompagnato dalla fisarmonica di Silvio Carmeci, dalla chitarra di Mario Cantone e dalla mandola di Santo Privitera, ha dato vita alla rappresentazione intitolata “I Canti della Passione”. Musiche, letture poetiche e brani del Vangelo, per rievocare i momenti salienti della morte e passione di Gesù Cristo. La voce dolente di Melo Zuccaro, ha messo in risalto anche la figura  di Maria Addolorata. Straziante il canto finale che ha emozionato il pubblico fino alle lacrime: “ Sarvi Rigina, o Matri Addulurata/Firuta ccu ‘na spata assai tiranna./ Cu è ca nun s’affanna, accussì virennu a tia/ Oh bedda Matri mia, abbannunata.(…). “Santa Cruci Biniritta” è invece una antichissima preghiera contadina “rispolverata” con l’occasione. Si tratta di un canto usato anticamente per chiedere a Gesù in croce la grazia di un buon raccolto. Del cast hanno fatto parte l’attore Pippo Ursino nelle vesti del poeta, Rosanna La Ferla(lettrice) e il maestro Giovanni Grasso che con la sua brogna(conchiglia sonora) ha scandito l’inizio e la fine dello spettacolo. La scenografia è stata curata da Francesca Privitera. Le foto da Gianni De Gregorio.  

Catania 25.03.2024

Nella foto di Gianni De Gregorio, i protagonisti della serata

                                                                                  

 

CENTRO CULTURALE V. PATERNO'-TEDESCHI: NOI CHE NEL 2023

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CATANIA: TEATRO SAN FRANCESCO DI PAOLA

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PIU’ POESIA MENO HALLOWEEN

 

“Più poesia e meno Halloween” è il titolo dello spettacolo di musica e poesia che il Centro culturale “V.Paternò-Tedeschi” ha organizzato al teatro San Francesco di Paola. Un titolo “provocatorio”, contro una manifestazione “Horror” giudicata fuorviante e anti-cristiana. La festa di Halloween, di origine celtica, non ha niente a che vedere con le tradizioni siciliane. Lo dice la storia. In Sicilia è riuscita a soppiantare la “Festa dei Morti” che da secoli costituiva invece una ricorrenza ricca di tradizioni culturali tipicamente nostrane. Al Teatro San Francesco di Paola, nel cuore della Civita, si sono alternati momenti poetici e musicali. La manifestazione presentata dalla scrittrice Rosalda Schillaci, è stata animata dal gruppo musico-teatrale de “I Colapisci”(Carmelo Filogamo, Silvio Carmeci, Mario Cantone e Santo Privitera) che ha eseguito brani appartenenti alla tradizione popolare siciliana. Tanti i momenti dedicati alla commemorazione dei defunti. A partire dalle poesie sul tema. Il sipario si è aperto con una breve riflessione di Linda Higginson Privitera sulle vere origini della festa di Halloween. Poi la recita della “Livella” eseguita da Gaetano Strano. Gli attori Melina Pappalardo e Orazio Patanè hanno invece riproposto alcuni frammenti della Pièce teatrale “‘A Biffa”, un lavoro di Santo Privitera già messo in scena alcuni anni fa. Nel corso della serata, Giovanni Grasso ha suonato in segno di auspicio la “Brogna”, la conchiglia “sonora” che un tempo i marinai utilizzavano per comunicare a distanza. Hanno recitato i poeti: Angela Bono, Turi Spata, Rosalda Schillaci, Francesca Privitera, Francesco Grasso e Carmelo Filogamo. Sono stati inoltre declamati versi del poeta paternese Alfio Cariola e del compianto Luccio Privitera, scomparso lo scorso giugno in circostanze drammatiche alla scogliera di Catania. Le foto sono state curate da Gianni De Gregorio.

 

Nella foto, i protagonisti della manifestazione.

CANTANDO LA STORIA E L'ATTUALITA'

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Organizzato dall’Archeoclub presieduto dalla prof.Giusy Liuzzo, si è svolto al palazzo della cultura di Catania il concerto spettacolo “Cantando la storia e l’attualità”, ideato e diretto dal m° Salvo Troina. La manifestazione inserita nel cartellone del “Summer Fest” ha fatto registrare il tutto esaurito. Si è trattato di un excursus tra storia, musica, cronaca e teatro, in un crescendo teatrale tendente ad esaltare  usi e costumi italiani e siciliani in particolare. Non solo un revival per nostalgici, ma la rivisitazione in chiave antropologica e culturale di un “Novecento” ancora contaminato dai retaggi romantici del secolo precedente. Oggi quei tempi appaiono lontani anni luce. La società radicalmente cambiata, propone nuove problematiche cui fare fronte. Non a caso il tema principale della serata è stato dedicato alla donna nella storia e nell’attualità. E nel segno della donna, alla luce del triste fenomeno della violenza di genere, si è cantato e recitato per invitare a combattere la grave piaga del femminicidio attraverso la prevenzione.  “Essere una donna”-recita una canzone di Anna Tatangelo-“non vuol dire riempire una minigonna”. Lo spettacolo è stato ben articolato in tutte le sue fasi. La narrazione è di quelle che fanno riflettere in un contesto sociale dove la parità dei sessi sembrerebbe ancora pura teoria. Accompagnati dalla pianola elettronica del m° Troina vero “mattatore” della serata, si sono esibiti cantanti e attori noti al pubblico catanese. Il fantasista Toti Sapienza tra questi. Particolarmente apprezzate le voci del tenore Alfio Marletta(Valuri) e del soprano Angela Curiale. Nella prima parte i due artisti hanno eseguito brani d’epoca:  “Te voglio Bene Assaje”, “Reginella” “ Lilì Marilen”, “Simmu ‘e napule paisà” e la celebre mattinata catanese “E vui durmiti ancora”, tra i tanti proposti. Degna di nota l’interpretazione di Angela Curiale che con la sua potente e flautata voce ha eseguito il brano “C’era una volta il West” di Ennio Morricone. Al centro della serata il musical che narra la vita di coppia, una delle tante, tra Martina(Rosa Lao) e Giorgio(Alfio Marletta). La ragazza crede nell’amore poi rivelatosi “tossico”. Momento  emozionante, il monologo dell’attrice Francesca Steli, dedicato a tutte le donne uccise che diventano invisibili per la gente ma sempre vive nel cuore di amici e familiari. Il m° Troina, insieme alla pianista Elisa Maugeri ha poi eseguito un inno all’amore e alla vita. Ha concluso a sorpresa la serata, “l’istrionico” Gianni Sineri con le sue gag  declinate al femminile. Del Cast hanno fatto parte Sebastiano Bruno, Salvo Pernice e Antonio Famà. I quadri della scenografia sono opere dell’artista Chiara Coniglione.

 

Catania 11.08.’23

Nella foto, i saluti finali

RAPPRESENTAZSAN FRANCESCO DI PAOLA: SPETTACOLO MUSICO-TEATRALE ALLA CIVITA DI CATANIA

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SAN FRANCISCU ‘I PAULA, ‘U SANTU DA’ CARITA’

 

Nell’altare centrale dell’antica chiesa di San Francesco di Paola, è andata in scena la rappresentazione “San Franciscu ‘i Paula, ‘u Santu da’ carità”. Si è trattato di un recital musico-poetico dedicato al Santo calabrese protettore dei marinai, molto venerato dagli abitanti del noto borgo marinaro catanese della Civita. L’intervento introduttivo curato da Gaetano Strano, ha dato il via alla manifestazione. Il testo in dialetto siciliano scritto dal giornalista Santo Privitera, scandisce a tappe le fasi più salienti della straordinaria vita dell’eremita Paolano. Dalla nascita nel villaggio di Paola nel 1416, ai primi miracoli; dal difficile rapporto con i sovrani dell’epoca, fino alla sua morte avvenuta nel castello francese di Plessis-lez Tours nel 1507. San Francesco di Paola, grazie alla sua potente azione taumaturgica, compì straordinari prodigi. Promosse la nascita di  numerose chiese, oratori  e monasteri dell’Ordine dei Minimi in diverse località italiane. Secondo una suggestiva leggenda, Egli avrebbe attraversato lo stretto di Messina sul proprio mantello. Lo fece perché invocato a gran voce dai siciliani. I testi poetici recitati dagli attori Stefania Angemi, Liliana Biglio e Luigi Cicala, si sono alternati ai brani musicali tratti dall’antico repertorio popolare siculo-calabro. E’ stata la voce melodica del cantante Nino Napoli ad eseguirli; accompagnato dalla fisarmonica di Silvio Carmeci, dalla chitarra di Mario Cantone e dal mandolino di Santo Privitera. Al termine, l’attrice Melina Pappalardo ha intonato la celebre “Ninna nanna” ispirata al prodigioso Santo calabrese.

 Nella foto, il cast insieme al parroco Don Placido Chisari.

 

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