CONCORSO LETTERARIO “NINO GIUFFRIDA”, SETTIMA EDIZIONE
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- Category: Corsi e Concorsi
- Written by REDAZIONALE
VII EDIZIONE PREMIO LETTERARIO
“NINO GIUFFRIDA”
MONASTERO SANT’ANTONELLO – GRAVINA DI CATANIA
VENERDÌ 5 LUGLIO 2024 ORE 21,00
REGOLAMENTO DI PARTECIPAZIONE
L’Associazione Culturale “RADIUSU” al fine di promuovere la cultura siciliana, in tutte le sue manifestazioni, organizza la 6ª edizione del concorso di Poesia Dialettale Siciliana dedicata alla memoria del poeta gravinese “Nino Giuffrida”.
La manifestazione si svolgerà nella sede prestigiosa “Ex Monastero "Sant’Antonello”, sito in Gravina di Catania, fondato nel 1665 e miracolosamente risparmiato dall’eruzione del 1669.
Nel corso della serata, noti musicisti eseguiranno brani della tradizione popolare siciliana.
REGOLAMENTO DEL CONCORSO
Art. 1
Il Concorso prevede una sola sezione: Poesia in dialetto siciliano. Si partecipa con una sola poesia inedita a tema libero, da non superare i 30 versi.
Art .2
Gli elaborati dovranno pervenire entro il 31 MAGGIO 2024 via e- mail , al seguente indirizzo: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. in formato Word. Dovranno essere inviati due files per lo stesso elaborato: uno anonimo e un altro con le generalità complete di indirizzo e numero di telefono del poeta.
Art. 3
La partecipazione al concorso è a titolo gratuito.
Art. 4
PREMI :
• 1°Classificato - Trofeo Artistico;
• 2° e 3° Classificato - Targa Artistica.
• Miglior componimento in materia di tutela ambientale
e risorse naturali della Sicilia – Targa Artistica .
Tutti I partecipanti ammessi, verranno riconosciuti con l’Attestato di partecipazione al concorso.
Il concorso avrà svolgimento nella serata di Venerdì 5 Luglio 2024 con inizio alle ore 21,00 presso L’ex Monastero Via Sant’Antonello, 6, Gravina di Catania.
Art. 5
I premi e gli attestati di partecipazione, verranno consegnati nella stessa serata di Venerdì 5 Luglio 2024 a conclusione del concorso.
Art. 6
I partecipanti saranno giudicati da una commissione di tre esperti il cui giudizio è insindacabile .
Art.7
Esaminati gli elaborati ricevuti, la Giuria preselezionerà 15 componimenti che saranno letti la sera della premiazione. Da questi, mediante altra valutazione, saranno estrapolate le poesie vincitrici.
Art. 8
A seguito preventiva e formale richiesta dell'autore della poesia, la stessa potrà essere recitata da altro soggetto, indicato dal concorrente fermo restando la presenza dell'autore al concorso.
Art .9
Un particolare riconoscimento verrà assegnato alla poesia dialettale che tratterà tematiche indirizzate al rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali siciliane.
Per Info: 3395224107
Ai sensi del D. Lgs. 196/ 2003 l’Associazione dichiara che il trattamento dei dati personali dei partecipanti al concorso è finalizzato unicamente alla gestione del Premio.
TURISMO A CATANIA
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- Category: Moda Costume e Società
- Written by Santo Privitera
Non si può dire che con l’arrivo della bella stagione, il turismo sia “esploso” anche quest’anno. A Catania i turisti ci sono sempre. Ogni anno il centro storico e i luoghi turistici, risultano sempre più affollati. Quando inizia la stagione estiva, il flusso si sposta inevitabilmente verso le zone balneari. Soprattutto alla plaja e alla scogliera. E’ necessario indossare il cappello, perché chi viene nella nostra Isola sa bene che in Sicilia il sole picchia davvero forte. Presi d’assalto anche i paesini pedemontani, le strutture ricettive dell’Etna lavorano tutto l’anno. Per mare cielo e terra, i turisti arrivano a frotte da tutto il mondo. Il proposito è quello di ammirare le bellezze di una città che possiede tutto. Di più madre natura non poteva darle a Catania. Il mare, la collina, la montagna, la storia e un clima così mite da consentire ai “forestieri” di mettersi in maniche di camicia o di indossare bermuda anche nel mese di dicembre. Porto e aeroporto sono quasi tutti i giorni affollati. In città, pullman e trenini turistici circolano liberamente verso i siti storici; il loro lento incedere finisce per provocare ingorghi lungo il percorso. Tra le strade strette e con le macchine parcheggiate in entrambi i lati, è impossibile ogni tentativo di sorpasso da parte degli automobilisti. Inevitabili le proteste da parte loro. “E com’è”-sbottano affacciando la testa dal finestrino-… “No’ putiti fari di sira stu travagghiu?!!…giustu giustu ora??!!” Di solito, l’autista lascia correre; non risponde nemmeno. Se risponde lo fa con un pizzico di ironia: “Di notti si rommi!!!”-dice. Per chi ha fretta, perciò, non resta che farsene una ragione. Dalle nostre parti l’estate si spinge fino al mese di Novembre( ppe motti). I giorni più freddi, di solito sono quelli di gennaio e febbraio. In questo periodo l’Etna appare ammantata di bianco. La neve prova timidamente a imbiancare i tetti della città; non avendo la giusta consistenza, si scioglie subito. Diventa semplice “Acquazzina”, niente di più. Quando arriva aprile, per i catanesi invece non è ancora tempo di togliersi giacca e cappotto. “Aprili non livàri e non mintìri” si dice. Questo è un proverbio che riferito al cambio del guardaroba di stagione, invita alla cautela. In questo periodo sono pure in agguato le allergie causate dai pollini fluttuanti nell’aria. Attenzione però: qualche pioggerellina è ancora in agguato. A Maggio, in particolare. Non è intensa, ma tanto basta per diventare fastidiosa. Poche gocce, il fenomeno è meglio conosciuto come “I cacateddi ‘i maju”. In questi giorni ne abbiamo avuto prova. “I cacateddi” sporcano le macchine, costringendo gli automobilisti a recarsi al più vicino lavaggio. Tornando al turismo. Ancora oggi al centro storico del capoluogo etneo continuano ad affiorare tracce dell’antichità. Ovunque si scavi, ecco emergere un muro o la stanza di un’antico edificio. La storia di Catania è stata segnata nel tempo da cataclismi devastanti. Il paragone con “l’araba fenice” che risorge dalle proprie ceneri è appropriato. Il problema è che questi ritrovamenti non si riesce a salvaguardarli. Renderli visibili ai turisti, sia pure in minima parte, non sarebbe affatto male. Anzi. Quello che oggi conosciamo è poca cosa rispetto a quello che ci sta sottoterra. Negli anni ‘50 dello scorso secolo, importanti resti archeologici iniziati da Guido Libertini e affidati al collega Giovanni Rizza, portarono alla scoperta in via dottor Consoli, di una necropoli di età ellenistico-romana. Sepolture cristiane in una Basilica tricora. La scoperta suscitò molto interesse e aprì nuove ipotesi sui dintorni dell’antico “Lago di Nicito” inghiottito dalle lave del 1669. Storici e giornalisti dell’epoca scrissero pagine memorabili sull’argomento. L’ intenzione era di realizzare un giardino archeologico in quell’area. Invece la chiusero frettolosamente per consentire la costruzione di un edificio privato. A malapena si riuscirono a salvare i preziosi mosaici artistici lì rinvenuti. Vennero aggiunti ai “tesori” del Castello Ursino. Il fenomeno si è poi ripetuto nel tempo, con altri rinvenimenti archeologici scoperti e…ricoperti. I resti di una necropoli scoperta sempre negli anni ’50, sotto il palazzo della rinascente. Nessun accesso è consentito; men che meno ai turisti. Non sappiamo se esiste ancora. Stesso discorso per la via Crociferi e piazza Cardinale Pappalardo(ex piazza duca di Genova) alla Civita . In quest’ultimo sito, si è preferito chiudere gli scavi anziché lasciarli visibili a cittadini e turisti. Durante i lavori di ristrutturazione erano emersi antichi manufatti di epoca medievale. A quanto pare, dalle nostre parti non c’è l’attitudine a incrementare i percorsi storici oltre quelli già conosciuti. Un vero peccato. Si continua a “seppellire” il passato, per salvaguardare appena qualche metro di spazio in più.
Nella foto, un tratto dello scavo archeologico di v.dott.Consoli
INFLUENCER DI OGGI, VANNIATURI DI IERI
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- Category: Moda Costume e Società
- Written by Santo
E’ vero, “ ‘A vanniata è menza vinnita”. Questo proverbio tipicamente siculo, è stato e sarà sempre di grande attualità. Si riferisce alla necessità di pubblicizzare un dato prodotto. Oggi si “vannia” da tutte le parti. Alla radio come alla televisione; al telefono come al computer è un continuo “vanniari” quotidiano. A volte “vanniano” pure gli utenti che non ne possono più dei molesti “Call center”. Telefonano in tutte le ore della giornata infastidendo la gente. Le continue interruzioni nel bel mezzo dei programmi televisivi, sono una vera ossessione. Pubblicità, pubblicità dappertutto. Nei grandi cartelloni, il viso sorridente di personaggi famosi vengono riprodotti in primo piano. “I soddi, fanu soddi.” Di fronte a una possibilità di guadagno, davanti a un contratto “sostanzioso”, neanche Paperon de Paperoni si tirerebbe indietro. Il termine “spam” entrato nel lessico comune delle lamentele giornaliere, tutte le volte che si pronunzia suona come una dolorosa “schioppettata”. Tutto sommato, però, “Necessità obbliga liggi.” Un prodotto non reclamizzato, buono o scarso che sia, resterà sempre nel dimenticatoio. Verrà superato da altri. Da quando esiste il mondo, la legge del mercato è sempre stata spietata. Impone continui cambiamenti e accorgimenti tendenti a soddisfare i gusti sempre più sofisticati della clientela. Soprattutto nel commercio, è fondamentale azzeccare il messaggio da lanciare. E’ destinato a rimanere al “palo” quel commerciante che non avrà saputo rendere il proprio prodotto(anche se scarso), “visibile” e più accattivante di un altro. In questo caso, meglio cambiare mestiere. Quello che non fece una certa Wanna Marchi che il mestiere invece lo conosceva benissimo. Affiancata successivamente dalla figlia, passò alla storia per le sue “trovate” pubblicitarie. Le “gridava” istericamente fino a convincere la clientela a comprare il prodotto che diceva lei. La sua figura sembrava “bucare” il video. Possedeva le appropriate qualità per arrivare allo scopo prefissato. Potenza della parola. Eravamo nel pieno degli anni ’80 dello scorso secolo. Molto stava cambiando in quel periodo. “ Mih! Chissa fa nesciri ‘u suli do’ puzzu” si diceva a Catania. In principio furono i banditori. “Sintiti, sintiti, sintiti!”… Esordivano così. Per richiamare l’attenzione, usavano campanacci e tamburi. Ma la loro arte consisteva nel sapere dosare bene pause e toni. Non era affatto semplice. Si muovevano tirandosi dietro uno stuolo di persone che li seguivano per svariati motivi. I ragazzi li deridevano facendogli il “verso”. Gli strilloni erano un po' più intellettuali: reclamizzavano i giornali anticipando le notizie di cronaca che potevano interessare. Quelli eclatanti, li enfatizzavano aggiungendo considerazioni del tutto personali. Mentre una volta veniva spontaneo reclamizzare un prodotto usando la lingua più che il cervello, oggi avviene il contrario. Le nuove tecnologie impongono studi sempre più moderni e innovativi. Si fa ricorso alla psicologia per stimolare i bisogni del cliente. Non solo. Anche i requisiti estetici fanno parte del gioco. Anzi. Le “grazie” femminili in primis. E’ caduta quella maschera che da tempo celava un certo “bigottismo” di facciata. Alla voce “influencer” spiccano le figure delle cosiddette “Top model”. Ragazze molto belle; esili, quasi diafane. Badano al “girovita” prima che alla vita stessa. Per loro il buon risultato è quasi sempre assicurato. A loro ricorrono le aziende più facoltose. In questo campo però non sono da meno ragazzi e uomini di bell’aspetto. Al contrario, vengono preferiti muscolosi, cioè “palestrati”. Da quando i social hanno fatto “irruzione” nella società, un nuovo mondo si è aperto. Tutto è diventato “virale”. I primi a esserne contagiati sono i giovani clienti delle varie piattaforme che si confrontano innanzitutto sui dati di ascolto. Ci sarà col tempo un “vaccino” capace di debellarne il contagio? Oggi più che mai è il caso di dirlo: “Il tempo è denaro”. Intanto la voce “allenata” del venditore ambulante ormai è difficile ascoltarla per strada. Diventa sempre più “fioca”. Fortunatamente resiste ancora nei mercati o nel ricordo di qualche nostalgico. In televisione, gli “spot” impazzano. C’è la corsa a chi la “spara” più grossa. Sono quasi tutti sofisticati e sicuramente molto costosi. Alcuni addirittura inguardabili. Quelli “provocatori” finiscono per diventare divisivi nel momento in cui recano messaggi subliminali ideologizzanti. Lontani sono i tempi del “Carosello”. Appassionava soprattutto i bambini. I contenuti di quel programma erano molto efficaci e costruttivi, recavano la firma di affermati esponenti della letteratura. I personaggi scelti appartenevano tutti al mondo dello spettacolo. Possedevano un modo accattivante di reclamizzare il prodotto. Quando arrivava la sigla, si era già a tavola per la cena. Dopo, tutti ‘a nanna.
Pubblicato su “La Sicilia” del 28.04.2024