Biografie
La scomparsa di Vera Ambra
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- Creato Giovedì, 11 Dicembre 2025 17:06
- Pubblicato Giovedì, 11 Dicembre 2025 17:06
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La scomparsa della scrittrice e poetessa Vera Ambra(nella foto), ha destato tanta commozione in Città. Se n’è andata proprio nel momento più intenso della sua attività culturale. Un male incurabile l’ha stroncata all’età di 75 anni. Recentemente aveva avviato per il Comune di Catania un progetto letterario il cui scopo era quello di portare la letteratura “a domicilio” tra le pareti domestiche. Lo ha fatto coinvolgendo attori, musicisti, danzatori e poeti provenienti da tutte le parti della Sicilia. Nativa di Acireale, in età adolescenziale si trasferisce a Catania. Dal 1980 nella città Etnea ha intrapreso una attività culturale capace di spaziare dalla pittura alla letteratura, alla musica. “Akkuaria”, nata da una sua intuizione, è stata la prima associazione a spaziare con successo nel mondo del web. Una iniziativa che in breve tempo ha fatto “tendenza”, proiettando la cultura letteraria catanese oltre lo Stretto. Autrice di sillogi poetiche e di numerose altre pubblicazioni, il suo ultimo libro “Catanisi ‘da testa ‘e peri”, ha messo a nudo con lucida ironia pregi e difetti del popolo catanese. Da alcuni anni si era cimentata anche nell’editoria. Tanti i testi pubblicati con il coinvolgimento di numerosi giovani scrittori. Se ne va una “Paladina” della catanesità, un’artista poliedrica; una “stacanovista” della cultura, che non si è mai sottratta al piacere di vivere intensamente la sua città. I funerali sono stati celebrati ieri nella chiesa S.Francesco di Paola, alla Civita.
La scomparsa di Rino Testaì
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- Creato Giovedì, 11 Dicembre 2025 16:58
- Pubblicato Giovedì, 11 Dicembre 2025 16:58
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E’ scomparso all’età di 87 anni il cantautore Rino Testaì(nella foto). Una grave perdita nel mondo dello spettacolo. La malattia che da tempo l’affliggeva(il diabete lo aveva reso cieco), non gli consentì di continuare la sua attività artistica e letteraria che durava da oltre quarant’anni. Tanti i lavori teatrali scanditi dal suo canto e della sua musica. Ha composto le musiche di scena per oltre ventisei lavori teatrali. E’ stato vincitore del premio “Ariostesco”(Nettuno di bronzo) per la migliore interpretazione nello spettacolo dedicato alle ballate dell’Orlando furioso svoltosi a Bologna. Nel 1973 il suo debutto al teatro Stabile di Catania e al teatro Argentina di Roma con Turi Ferro, Michele Abruzzo e altri bravi attori. A Vizzini, per il teatro verghiano di Reviviscenza, sotto la regìa di Alfredo Mazzone ha composto le musiche di scena per protagonisti di chiara fama come Arnoldo Foà, Orso Maria Guerrini, Antonio Casagrande e altri. E’ stato direttore artistico di varie manifestazioni letterarie e canore tra le quali: il Festival della Canzone Italiana “Città di Catania”, il “Dossier Regionale d’Arte”, il “Festival degli Usignoli”, la “Rassegna Regionale di Poesia”. Abile chitarrista, oltre ad alcune canzoni raccolte in dischi e musicassette, ha composto pure canzonette per bambini. Tra le sue ultime composizioni, un Inno a Sant’Agata. Nel 2000 si è dato alla scrittura. Il suo unico libro cartaceo e successivamente audio pubblicato, ha un titolo iconico: “Vivere imparando a morire”. Un testamento morale che, mettendo insieme filosofia e religione, invita alla profonda riflessione sul fine vita.
Catania 17.11.2025
Santo Privitera
GIUSEPPE BENEDETTO DUSMET, EROE DI CARITA’
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- Creato Lunedì, 08 Aprile 2024 16:54
- Pubblicato Lunedì, 08 Aprile 2024 16:54
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Il 4 aprile del 1894, dopo una breve malattia si spegneva a Catania il cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet. Era nato a Palermo nel 1818. Fu un giorno di lutto e dolore non solo per Catania, ma anche per una consistente parte delle popolazioni dell’hinterland etneo. A centotrenta anni dalla scomparsa, la sua figura continua a essere testimonianza storica di concreta carità. Monaco benedettino, fu l’ultimo Abate del monastero di San Nicolò l’Arena. Quando a seguito della soppressione delle corporazioni religiose dovette chiudere dietro di se il pesante portone centrale del monumentale tempio catanese, ebbe ad esclamare: “Questo portone rimarrà chiuso per sempre, i benedettini non vi ritorneranno mai più”. Era il 1866. Arcivescovo dal 1867, la porpora cardinalizia gli venne imposta da papa Leone XIII nel 1889. Di fronte a un bisogno di carità o a una richiesta di assistenza, il cardinale Dusmet c’era sempre. Nei grandi locali della Curia, ammassava materiali e cibi di ogni genere. Il trasporto avveniva mediante un grosso carro cabinato in legno. Era trainato da un solo cavallo da soma. Veniva caricato alle prime luci dell’alba, faceva ritorno al tramonto dopo un lungo giro di consegne. Per fare fronte all’enorme povertà che a quel tempo allignava nelle zone più degradate della città, non esitava a vendere anche gli effetti personali. “Non avendo trovato neanche un lenzuolo nuovo all’interno della sua camera da letto”-rivelò il suo assistente Padre Luigi Taddeo Della Marra-“fummo costretti ad avvolgere la salma in quelli logori che già possedeva.” Un vero campione di umanità, ma anche un severo educatore. Nel corso del suo episcopato fu protagonista di alcuni episodi di assoluta fermezza. Granitico nei suoi principi di fede, impose alle truppe garibaldine che nel 1860 chiesero ospitalità nelle stanze del monastero Benedettino, il massimo ordine e rispetto per il luogo di culto. Cordiale ma piuttosto duro fu il “faccia a faccia” avuto col generale Giuseppe Garibaldi in persona. Altrettanto severo si mostrò allorquando il poeta Mario Rapisardi nel 1877 pubblicò il poema “Il Lucifero”. Senza alcuna esitazione decretò l’immediato rogo dell’opera nella pubblica piazza. Non tollerò il rito delle ‘ntuppatedde(donne mascherate) che durante la festa di Sant’Agata distoglievano gli uomini dalla processione. Lo facevano per puro capriccio. Intorno alla fine dell’’800 ottenne il definitivo divieto “di questo sconcio” dalle autorità preposte all’ordine pubblico. Insieme alle piccole suore si prodigò per la realizzazione del grande Asilo Sant’Agata. L’albergo costruito nel cuore della città su un terreno donato da una nobile famiglia, avrebbe ospitato persone anziane indigenti. Portando in processione il Velo di Sant’Agata , nel 1886 la lava si arrestò alle porte del paesino di Nicolosi. Compì così quello che la storia ricorda come uno dei più grandi miracoli operati dalla Vergine e Martire catanese. L’anno successivo, una devastante epidemia di colera flagellò l’intera provincia di Catania e parte della Sicilia, Dusmet si prodigò per portare medicine e conforto nelle case degli ammalati. Fece perfino condurre in processione il simulacro della Madonna della Salute per le vie della città. Anche in questa circostanza la sua fede verso la divina provvidenza non andò delusa. Per i catanesi che non seppero mai pronunciare correttamente il suo cognome (lo chiamavano Sdummit), quell’uomo era “ ‘ U Santu Cardinali”. Il giorno dei suoi funerali, una enorme folla si radunò davanti la cattedrale per dare l’ultimo saluto alla salma esposta nella navata centrale. Le strade adiacenti furono invase sin dal primo mattino da una marea umana che si ingrossò sempre di più col trascorrere delle ore. Lungo la via Etnea sfilarono una dopo l’altra le associazioni religiose e i gonfaloni listati a lutto di tanti Comuni della provincia etnea. Perfino il poeta Cicciu Buccheri Boley, poeta satirico e noto “mangia preti”, ebbe a spendere per lui versi di grande commozione: (…)“Di lu to’ nomu ‘sta Cità si onura,/ pri sta virtù magnanima ca avèvi,/ tuttu lu munnu ti chianci e t’adura!…(In mimoria di lu Cardinali Dusmet “simbulu di la carità”). Inaugurata dall’allora arcivescovo di Milano Cardinale Schuster , risale al 1935 la statua bronzea( opera di Silvestro Cuffaro) che lo raffigura a grandezza naturale nella centralissima piazza San Francesco. Il monumento realizzato dall’Architetto Raffaele Leone, fregiato nel basamento bombato in cemento armato dallo scultore Mimì Lazzaro, reca il motto ”Fin quando avremo un panettello, lo divideremo col povero”. Nel 1988 la sua Beatificazione coincise con un momento di rinascita della città. La salma imbalsamata oggi riposa esposta alla venerazione dei fedeli in Cattedrale.
Nella foto, il card. G.B.Dusmet
Pubblicato su “La Sicilia” il 7 Aprile 2024


