CONCORSO LETTERARIO "V.PATERNO'-TEDESCHI" EDIZ.XIX: LE POESIE PRIME CLASSIFICATE SEZ. LINGUA ITALIANA
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- Creato Lunedì, 21 Agosto 2017 18:33
- Pubblicato Lunedì, 21 Agosto 2017 18:33
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Pregiata scultura della maestra d'Arte Francesca Privitera
Realizzata in occasione della Diciannovesima ediz. del Premio.
(Foto di Gianni De Gregorio)
LIRICA PRIMA CLASSIFICATA
SU SENTIERI DI NOSTALGIA di Rosa Maria Di Salvatore( Catania)
Tenera come suadente carezza
è la voce del vento tra i rami
nel cielo terso voli di aquiloni
Scie di ricordi a raccontar la vita
Su sentieri ombrosi di nostalgia.
Ineffabili dolci melodie
dipingono nell’aria arcobaleni
di suoni e nel cuore la dolcezza
di un lontano passato e l’allegria
dell’ormai perduta giovinezza.
Di rugiade racconta la memoria
e di mattini e d’albe luminose
spiragli di luce nell’oscurità
sprazzi di gioia,frammenti smarriti
nella clessidra del tempo.
E sorrido
stringendo fra le mani quel candore
e l’innocenza della fanciullezza
cercando di non far volare via
il sogno che trattengo dentro il cuore.
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LIRICA SECONDA CLASSIFICATA
AMATRICE di Gloriana Solaro (Termini Imerese, Pa)
Tetti inginocchiati
sopra focolari
di ataviche dimore,
dove sono stati generati
i padri dei padri,
dove candide culle
continuano a dondolare
al canto
di dolorosa ninna nanna,
vibrante come corde di liuto.
Aleggiare di triste
silenziosa foschia
sulle rovine…
calorosi nidi
addormentati per sempre.
Fondersi di anime
in un’appartenenza
di credo e di sangue.
Mani invisibili,
nel tempio della morte,
brandiscono
la campana della memoria,
dove frantumi di sogni
restano scolpiti
nei sordi rintocchi del tempo.
Insidiosa aporia
avviluppa il pensiero,
ma il cuore apre
ad un arcobaleno
di attesa
e di speranza.
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LIRICA TERZA CLASSIFICATA
PAURA DI AMARE di Filippo Giamblanco (Misterbianco, Ct)
Mi sembrò di vedere l’infinito,
mi apparve un Angelo dal nulla
con le sue mani di piuma,
sfiorò il viso a una fanciulla
ad un tratto tutto sembrò svanito.
Dal bagliore di quella creatura celeste,
rimasi sbalordito.
Vidi un pargolo riposare nella culla,
solo e indifeso,
che ancor d’amor non sa nulla
ma d’altronde anche lui ben presto,
dall’amor sarà amato e poi tradito.
A volte bisogna rinascere da certe situazioni,
siamo noi a dover cancellare il passato,
vivere il presente e sognare il futuro,
amare a chi ti vuol bene e ti fa sorridere alla vita.
Una clessidra che ci segna il tempo
È come una strada in salita,
è inutile rimpiangere…
E sbattere la testa contro il muro,
vivere non è paura di amare…Ma paura di crescere.