INTERVISTA ALLO SCRITTORE GIANRICO CAROFIGLIO
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- Categoria: Interviste
- Creato Sabato, 07 Luglio 2012 14:05
- Pubblicato Sabato, 07 Luglio 2012 14:05
- Scritto da Santo Privitera
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Nato a Bari nel maggio 1961, Gianrico Carofiglio è uno degli scrittori più impegnati del panorama letterario italiano. Ex magistrato, attuale deputato del Pd, vasta è la sua produzione tra romanzi, saggi, racconti, audiolibri e altro. Nella narrativa ha esordito con Testimone inconsapevole( Sellerio, 2002), il primo di una lunga serie di thriller che caratterizzerà gran parte della sua produzione destinata anche al cinema e al piccolo schermo. Nel 2003 esce la sua seconda opera: Ad occhi chiusi(Sellerio, 2004). Vincitore nel 2005 del premio bancarella con il romanzo: Il passato è una terra straniera( Rizzoli, 2004), si ripropone poi con gli altri fortunati romanzi: Ragionevoli dubbi(Sellerio 2006); Ne qui né altrove.Una notte a Bari(Laterza, 2008); Le perfezioni provvisorie(Sellerio, 2010). L’ultimo in ordine di tempo è Il silenzio dell’onda( Rizzoli, 2011), opera terza classificata al premio “Strega” di quest’anno.
-Non parliamo per adesso del premio “Strega”, ma dell’opera che ha ottenuto uno straordinario terzo posto, sì
“Come argomento narrativo, si inserisce in una traccia di temi a me cari, in particolare quelli che riguardano la riflessione sul rapporto tra presente e passato, fra la colpa e il riscatto, sulla rielaborazione di quello che si è fatto per cercare di cominciare di nuovo in un modo o nell’altro”
-In quasi tutte le sue opere, lei sembra prediligere il potere della parola…Ma cos’è la parola, che peso possiamo attribuirgli oggigiorno
“ Le rispondo con la citazione di un celebre linguista francese: “Le parole sono pistole cariche”; ecco, le parole sono oggetti delicati e pericolosi e come tali vanno trattati. Le parole non sono, tecnicamente parlando, l’involucro che avvolgono i concetti; le parole producono le cose e sono il tessuto connettivo di quello che facciamo nel bene e nel male. Letteralmente le parole possono cambiare il mondo.
-Possono dunque essere strumento di rivoluzione…
“ Le rispondo con un’altra citazione: Diceva Rosa Luxemburg: anche dare il nome giusto alle cose, è un atto rivoluzionario…”
-Il premo “Strega” si è appena concluso: quali sono le difficoltà che in questi periodi uno scrittore italiano incontra…
“ Non lo so. Bisogna chiedere ad altri scrittori; io non ho particolari difficoltà. Credo che ogni scrittore abbia il dovere del rispetto della parola e del rispetto dei lettori. Ciò è l’essenza del lavoro dello scrittore. Le difficoltà stanno tutte nella comprensione o meno di questo passaggio.”
-I lettori di oggi, cosa si aspettano da uno scrittore?
“Andrebbe chiesto ai lettori. Io da lettore mi aspetto, da un romanzo, di trovare delle cose che mi sorprendano; di trovare de personaggi nei quali immedesimarmi e delle storie che mi tengano attaccato al libro fino alla conclusione. Non so se per gli altri è la stessa cosa.”
-Esiste un problema di sottocultura nella società italiana di oggi?
“Esiste e si manifesta con il deteriorimento progressivo del lessico civile nel nostro Paese.Io sono fortemente convinto che buona parte di questo deterioramento è causato dal cosiddetto berlusconismo. E non è solo una questione di persona, ma di un quadro culturale che ruotando attorno alle televisioni commerciali, si svuota sempre più di senso e di contenuti.
-Lei crede nel potere terapeutico della scrittura?
“La scrittura non è soltanto catartica; uno scrittore non si mette a scrivere un romanzo per guarire. Noi scriviamo libri o facciamo tante cose perché siamo membri della razza umana. A me piace sempre di più raccontare storie ed inventare personaggi; parimenti, che ci siano lettori che si appassionano a queste storie e a questi personaggi.”
-Nei romanzi che fino a questo momento ha scritto, quanto c’è della sua autobiografia.
“Tutti gli scrittori danno a un personaggio un po’ della propria impronta autobiografica, del proprio carattere, delle proprie esperienze. Anche a me è successo, ma è stato un caso isolato.”
-Lo scrittore Carofiglio seguirà ancora il filone del Thriller o si dedicherà ad altre forme letterarie?
“A me è sempre piaciuto scavalcare gli steccati; così andrò a fare cose diverse di ciò che ho fatto finora.