L'EPIFANIA TUTTE LE FESTE(DI NATALE E CAPODANNO) PORTA VIA.
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- Categoria: Storia e tradizioni popolari
- Creato Mercoledì, 06 Gennaio 2016 09:59
- Pubblicato Mercoledì, 06 Gennaio 2016 09:59
- Scritto da Santo Privitera
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“L’Epifania tutte le feste le porta via” , un proverbio che si riscontra in tutto il Paese. A Catania, anche nei quartieri più popolari dove si parla quasi esclusivamente il dialetto, tutti lo conoscono e lo recitano così. Di fatto, non risulta essercene uno similare tradotto in vernacolo o, almeno, che se ne abbia conoscenza. Un fatto è certo: a Catania, il giorno dell’Epifania, è vietato fare auguri a chicchessia. “Picchì mi sta facennu l’aucuri sta iunnata? Lo chiese stizzita una ragazza al suo interlocutore; Chi ti staiu parennu ‘a befana!?”; Sacciu ca l’onomasticu ‘ u fai o 6 di gennaiu: Allura aucuri no?!!” e’ la risposta. Espressioni così se ne sentono eccome. Che sia la delusione per il rientro dalle vacanze natalizie? Ma è davvero l’epifania a portare via tutte le feste? Quelle relative al Natale e al Capodanno, sì. Invece è dopo l’Epifania che cominciano tutte le altre feste. Da noi si ricomincia con la Festa di Sant’Agata. Ce lo indicano altri comuni detti. Alludendo ai lunghi preliminari che precedono la festa dedicata alla Vergine e Martire Agata, i più anziani lo dicono sempre che
“Doppu l’Epifania, Sant’Aita è ppi la via”. Un proverbio questo, che affonda le proprie radici nella notte dei tempi e perciò non molto conosciuto. E che dire delle imminenti feste di carnevale? “Doppu li tri re, tutti a fari olè!; come si vede si entra già….nel clima della festa più pazza dell’anno. L’epifania è un evento di matrice cristiana che col tempo ha assunto però connotati sempre più pagani. Storici e cultori delle tradizioni si sono dati da fare per risalire alle sue vere origini che con ogni probabilità risultano connesse a un insieme di riti propiziatori di epoca romana. Le copiose leggende che attorno alla figura della “Vecchina”sono fiorite, hanno di certo contribuito a sviluppare quell’alone romantico dai molteplici aspetti che le è proprio. Da quello puramente mistico a quello più “terreno” riguardante i valori educativi. La Befana è per certi versi il simbolo di tradizionali valori che oggi vanno perdendosi. Il Focolare domestico; il premio per i più buoni(doni) e la punizione per i più cattivi(calza col carbone) sono tra questi. Agli inizi del ‘900, il giorno della Befana veniva celebrato da molte categorie commerciali e professionali che raccoglievano doni in natura e denaro da destinare alle famiglie più povere. Da qui l’istituzione in tutta Italia nel 1928 della “Befana fascista” che imponeva alle classi più agiate di provvedere alla capillare distribuzione di doni nei quartieri e nei paesi più disagiati. Nel dopoguerra questa usanza addirittura si rafforzò attraverso le associazioni del Dopolavoro. A Catania fino agli anni ’70 dello scorso secolo i dipendenti del comune di Catania organizzavano recite che si concludevano con l’assegnazione di un dono per i più piccoli. Note furono quelle che si svolsero nei locali dell’Ex Rosina Anselmi (oggi palazzo della cultura). Un vero e proprio culto che nella nostra città se non è proprio sparito, poco ci manca. Resistono, invece le sfilate storiche dei Re Magi nell’acese e la rappresentazione presepiale coi Re Magi in molte aree dell’Isola. “La Befana” è ancora attesa con tanta trepidazione dai bimbi.”Chi t’arriala stannu ‘a Befana!?” Risposta: ‘U telefonino aifonni 6 o, fossi, ‘u tabblet”. E’ il segno dei tempi.
Pubblicato su "La Sicilia" del 6.01.'16