GLI EBREI NELLA STORIA DI CATANIA

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Guerra. La parola guerra risuona sinistra nelle orecchie di tutti.  Anche se geograficamente è lontana, è più vicina di quanto non sembri.  Non può essere ignorata a cuor leggero, perché tocca la coscienza di tutta l’umanità. Ai tempi d’oggi, dove la medicina ha fatto passi da gigante allungando perfino le aspettative di vita, attentare alla vita appare come una immane cattiveria. La pace che si reggeva sulla paura della “bomba atomica”, adesso sembra non funzionare più. La Russia che ha tentato di invadere l’Ucraina, quasi quotidianamente agita lo spettro di una guerra nucleare; chissà se a furia di parlarne non lo farà davvero.    Ci si chiede che fine abbia fatto la diplomazia; ma quando cominciano a tuonare le armi, tutto diventa più difficile. “ ‘A virèmu comu ni va a finiri…mi pari ca stamu jennu a cazzicatummula” diremmo dalle nostre parti. Tra il silenzio dei “media”, si consumano però altri conflitti. Dimenticati. Vi sono eserciti che si combattono in varie parti del mondo. I morti non si contano più e la sofferenza affligge le popolazioni civili che sono costrette a lasciare le proprie terre, alimentando così il fenomeno migratorio. Diversa è invece l’attenzione verso quelle  guerre che potrebbero destabilizzare le economie delle “grandi potenze” mondiali. In tal senso, il conflitto arabo-israeliano preoccupa enormemente. Si sta estendendo a “macchia d’olio”, col rischio di interessare una vasta area dove è sempre stato faticoso mantenere la pace. In questi luoghi  considerati un vero e proprio “crocevia” di religioni, convivono Ebrei, Cristiani e Musulmani.  Inevitabilmente il pensiero corre al destino del popolo ebraico, la cui storia ultramillenaria è sin dalle sue origini molto complessa. Storia, mito e leggenda si intrecciano. Il popolo ebraico, tra diaspore e guerre nel tentativo di riappropriarsi dei territori che considerano di proprietà, è sempre ricerca di una Patria che da quelle parti non gli viene riconosciuta. La storia si ripete. In queste terre dove secondo i Vangeli nacque e visse Gesù Cristo, da tempo immemorabile contese, continuano a scorrere fiumi di sangue.  “Mancu ‘a terra do’ Signuri po’ aviri paci…” è ’opinione molto diffusa in Sicilia. La comunità ebraica ha avuto un lungo periodo di proficua convivenza con la nostra città. Un esempio di integrazione perfetta. La sua presenza a Catania risale all’epoca romana. Lo testimonia una lapide rinvenuta nel 1929 nella chiesa di Santa Teresa( In v.Di San Giuliano). Con il trascorrere dei secoli andò sempre più consolidandosi. Poi nel 1492, a seguito del decreto dell’ Alhambra emanato in Spagna da Ferdinando II D’Aragona, gli ebrei non convertiti al cristianesimo furono costretti a lasciare il Regno. Verranno altri tempi bui. Le deportazioni di massa nei campi di concentramento naziste durante la seconda Guerra mondiale e le leggi razziali in vigore in Italia, rimarranno ferite mai rimarginate. A Catania, la comunità ebraica contribuì notevolmente alla crescita culturale ed economica della città. Tant’è che quando la maggioranza degli ebrei furono costretti a lasciare l’Isola, venne coniato il detto: “Sinni jenu li ebrei e ristamu senza mutanni”. Di contro, il termine “su comu l’ebbrei” è paragonabile all’atteggiamento  schivo che pare caratterizzasse gran parte dei membri della comunità. Si distinsero nel campo della medicina, come nell’astronomia e nella gastronomia. Fondamentale in epoca medievale fu l’apporto delle loro maestranze nella costruzione del Castello Ursino. Lo attesta la stella di David che campeggia nella parte sommitale di una delle finestre del maniero. Essi vivevano nell’area Nord-occidentale della città, in due distinte zone: “Judecca Suprana, configurabile come “quartiere bene, popolato da funzionari e professionisti; “Judecca Suctana”abitata invece da operai e maestranze varie. Di quest’ultima area fece parte il mercato del pesce( oggi, ‘A Piscaria”). Ciascuna era autonomamente dotata di Sinagoga. La presenza del fiume Amenano (o meglio conosciuto come “Judicello”) che attraversava i due settori, serviva per i bagni rituali di entrambi i sessi. Oggi tra i personaggi di origine ebraica più popolari sono Caviezel e Caflish. Da Aggiungere anche Agostino Mioccio che sul finire dell’800 e fino a buona parte del primo Novecento operò nel campo della pelletteria. Ricopri incarichi apicali nell’ambito dell’industria e del commercio etneo. Mioccio commissionò la costruzione del Castello di Leucatia, lasciato incompleto nel 1911. Vendette il maniero in stile neo-gotico e il terreno circostante per costruire un’artistica cappella cimiteriale privata. Tristissima la sua vicenda familiare legata al lutto per la prematura morte della figlia Angelina.  Il maniero oggetto di “moderni” miti e leggende, situato al centro tra i quartieri di Barriera e Canalicchio, è oggi sede di una Biblioteca oltre che di una importante Sinagoga.

 Nella foto, il Castello Leucatia, oggi sede di una importante comunità ebraica.

  Pubblicato su “La Sicilia” del 6 ottobre 2024

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