SIMPATIA E ANTIPATIA
- Dettagli
- Categoria: Moda Costume e Società
- Creato Giovedì, 30 Maggio 2013 14:44
- Pubblicato Giovedì, 30 Maggio 2013 14:44
- Scritto da Lina Giuffrida
- Visite: 7919
Perchè una persona ci piace di più di un'altra?
Simpatia e antipatia nascono fin dal primo contatto, dalla prima impressione. In pochi secondi ognuno di noi decide se l'altra persona che ha di fronte è degna di stima o meno. Dieci secondi appena per emettere un giudizio che, di solito, non è mai sbagliato.
In un primo momento si giudicano gli aspetti più visibili e ovvi e nei minuti successivi si tende a cercare conferma riguardo a ciò che i nostri sensi hanno captato in prima battuta. Sono sensazioni "a pelle" dove logica e ragione non esistono. Il nostro cervello scannerizza il soggetto cogliendo l'aspetto estetico, il tono di voce, l'espressione del volto (che è la parte del corpo che più comunica la personalità). Poi entra in gioco il linguaggio non verbale che può trasmettere un sentire positivo o negativo. Tale meccanismo è automatico e affonda le sue radici molto spesso nelle esperienze precedentemente vissute. E' innegabile infatti che la simpatia scatta quando ci sentiamo attratti da qualcuno col quale ci sono affinità elettive o ideali o anche idealizzate (che corrispondono cioè a ciò a cui aspiriamo). Si può condividere il modo di abbigliarsi, il tipo di educazione, la cultura, lo status sociale, le opinioni, le convinzioni politiche o religiose. Tale sentimento ingenera nell'altro la stessa sensazione per cui, in un certo senso, si tende a restituire simpatia a chi manifesta apertamente apprezzamento nei nostri confronti. L'aspetto fisico è il principale elemento che scatena, in un primo momento, la simpatia. Una persona attraente ha più probabilità di riscuotere un certo successo sociale. Tale discriminante svantaggia chi fisicamente passa inosservato. Molto spesso un aspetto fisico poco appariscente mette in ombra altre virtù meno evidenti come l'intelligenza e la personalità, ma la realtà dei fatti è questa. Nonostante tutti affermiamo che il motivo che spinge verso la scelta di un partner è il buon carattere e l'interiorità, la verità è che l'avvenenza è in assoluto l'unico elemento sul quale si fonda la scelta. Per un partner attraente chiunque è disposto a far finta di non notare piccoli difetti anche sostanziali. Quando proviamo simpatia infatti tendiamo ad attribuire al nostro prescelto delle qualità che non gli appartengono. E' un "effetto alone" che in psicologia sociale tende a sopravvalutare il soggetto a tutti i livelli.
L'antipatia è un senso di fastidio che scatta immediato quando incontriamo qualcuno che ci ha mandato dei segnali sbagliati. L'impressione negativa può derivare dalla postura, dal suono della voce, dal modo di vestire, dall'atteggiamento, ecc. Ma, per intenderci, spesso si tratta di fattori associativi. Un tizio che ci ricorda fisicamente il manigoldo col quale abbiamo litigato da poco, ci sta antipatico a prescindere, il tizio che ci ricorda dei nostri atteggiamenti superati che non approviamo più, ci sta antipatico, chiunque può divenire una minaccia o un rivale, ci sta antipatico. Nella maggior parte dei casi dunque l'antipatia viene trasfusa da una persona "colpevole" a un'altra "incolpevole" attraverso meccanismi della memoria che non riusciamo a bloccare. Basta, a volte, anche solo pronunciare un nome per richiamare alla mente situazioni negative precedentemente vissute. Nel tempo tale sensazione iniziale può essere persino dimenticata, l'importante è superare l'insicurezza che all'origine ha dato via al problema. Quando e se le paure saranno superate e il nostro ego sarà rassicurato, l'antipatia potrà essere un lontano ricordo. Ma, nella maggioranza dei casi, è un campanello d'allarme che non dobbiamo sottovalutare, perchè ci avvisa di un probabile pericolo.