E LA FONTANA DEI POETI RESTO' MUTA.

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Cos’è successo alla fontana di via Trappeto che non zampilla più? Sono i cittadini stessi della zona a chiederselo. Inizialmente era stato fatto credere che si trattava di un semplice guasto, poi, invece, si è capito che così non era.  Di chiusura si tratta, e definitiva; se ne sconoscono i motivi. Questa fontana pubblica che è ubicata nel cuore della Barriera (tra le vie Della paglia e San Gregorio), oltre al soddisfacimento idrico di un comprensorio vasto e popoloso, era un punto di riferimento storico. Interi nuclei familiari, e non solo, per oltre mezzo secolo vi hanno attinto. E’ chiamata la “Fontana dei poeti” poiché alla sua fonte i poeti del vicino Centro culturale, la domenica mattina, per tradizione, fino alla scorsa primavera, lì andavano dissetarsi. Molti anni fa uno di loro gli ha perfino dedicato alcuni significativi versi: “ ‘Nta la Sicilia mia lassai lu cori/cara funtana di lu me quarteri/peni e duluri si ponnu scurdari/ ma li ricordi no, restunu vivi…” Una vera e propria “fonte” di ricordi, insomma, che sarebbe opportuno tenere nella giusta considerazione. Eppoi, in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando, si può privare la gente di un comodo approvvigionamento? A essersi “seccati”,  oltre alla fontana, sono soprattutto gli anziani del luogo che per attingere il prezioso liquido adesso sono costretti a spostarsi non di poco.  

 

Questa fontana nacque negli anni ’50 quando Catania contava ancora 432 impianti: 361 dei quali riforniti dalla “mitica” Casalotto. I restanti 71, invece, dagli acquedotti allora considerati minori: “Manganelli”, “Carcaci”, “Bosco Etneo”.  Fu creata per soddisfare le esigenze  di questa zona popolata da famiglie povere che allora(come oggi) non potevano permettersi l’acqua minerale; anzi molte di queste non possedevano nella propria abitazione neanche la fornitura idrica. La struttura, modesta, essenziale e senza particolari pregi artistici, è rimasta quella di sempre. La tipologia era comune a tutte le altre fontane impiantate nelle periferie etnee.

Quella di via Trappeto, prima a “cannaggio libero”, solo in un secondo tempo venne dotata di rubinetto per evitare inutili sprechi.  Lo stesso non si può dire per numerosi impianti ancora attivi in città, dove l’acqua continua a disperdersi  liberamente. In questo caso, però, non è stato usato lo stesso solerte intervento di chiusura. L’auspicio è che la dirigenza delle Acque Carcaci ( ma è soltanto sua la responsabilità o di quale altro Ente?)ci ripensi e restituisca alla gente ciò che per  Barriera viene considerato un simbolo.

 

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