L’ultima corsa della Circumetnea
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- Categoria: Moda Costume e Società
- Creato Lunedì, 24 Giugno 2024 17:08
- Pubblicato Lunedì, 24 Giugno 2024 17:08
- Scritto da Santo Privitera
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Il tempo corre anche lui sui binari della Ferrovia Circumetnea. Peccato però che, come dice il proverbio: “U bonu tempu, non dura tuttu ‘ntempu”. Si nasce e si muore, com’è nella natura di tutte le cose di questo mondo. Nulla è eterno. Rimangono sì ricordi personali, ma anche quelli sono…a tempo. Meno male che ci sono i libri di storia; essi soltanto possono riportarci indietro nel tempo. Sventolano fazzoletti d’addio alla “Stazione Borgo” della Ferrovia Circumetnea di Catania. Ieri, lungo la tratta Catania-Riposto, l’ultima corsa. Una soppressione decisa per consentire l’avanzamento dei lavoratori della metropolitana Catania-Adrano i cui lavori sono in corso di svolgimento. Il progresso a Catania, a quanto pare è destinato ancora a riservarci altre sorprese. Per i prossimi anni, sul fronte delle ferrovie sono previsti ulteriori importanti e innovativi cambiamenti. Lacrime di commozione tra il personale addetto e tra i passeggeri viaggianti. Forse tra loro ci sarà stato pure qualche automobilista intollerante. Lo stesso che davanti alla scampanellata del passaggio a livello in chiusura, ne avrà maledetto l’esistenza. “Pari ca’ aspittava a mia”-si sarà detto- “‘a cchi schifíu è…picchì ne’ leunu sti caspita di treni?!!!” Ma ogni “addio” fa sempre scordare i vecchi rancori. Adesso ci siamo. Lunghi silenzi come quando si accompagna un defunto al cimitero. Così, dopo un fedele e utile servizio durato la bellezza di quasi 140 anni: Fine della corsa, si scende. La Circumetnea è una ferrovia a scartamento ridotto che circumnaviga l’Etna mostrandola in tutti i suoi aspetti più suggestivi. Milioni di persone per tutto questo tempo si sono spostati verso il capoluogo e viceversa. Questo “giro” pendolare ritmico, a volte noioso, monotono e sferragliante, ma non per questo meno romantico ed accogliente, ha ospitato studenti(oggi stimati professionisti), sonnecchianti operai prostrati dalla lunga fatica giornaliera, turisti ed emigranti. Questi ultimi, tornati nel luogo d’origine per trascorrere le proprie vacanze prima del rientro in terra straniera, davano libero sfogo alle originarie abitudini. Durante il tragitto, uno spuntino a pane e olive se lo concedevano volentieri. In aggiunta, il bicchiere di vino raccattato nella putìa ubicata nei pressi della stazione non poteva mancare. Questo spiega il motivo delle tappezzerie perennemente macchiate e qualche “nozzolo” “piedi piedi”, sfuggito all’occhio attento del puliziere di turno. “Cu mangia fa muddichi”, tanto per spiegare la funzione prettamente popolare del servizio. Bronte, Maletto Randazzo, Adrano S. Maria di Licodia, Paternò, Misterbianco da un lato, Riposto e gli altri centri Jonici dall’altro; sono tra i paesini che più hanno usufruito del servizio ferrato. Senza contare i centri montagnosi di Cerami, Nicosia, Troina e Gangi i quali senza un intervento energico delle rispettive popolazioni, rischiavano seriamente di rimanere fuori dal progetto originario ideato, portato avanti e concluso dall’Ingegnere inglese Robert Trewhella. Dal finestrino potevi ammirare quella natura selvaggia fatta di lava e di ginestre più volte illustrata dai pittori e celebrata nelle memorie di noti viaggiatori. Goethe e De Amicis, viaggiando con la Circumetnea, restarono affascinati dei panorami osservati durante il tragitto. De Amicis, nel suo “Viaggio in Sicilia” del 1905, rimasto impressionato ebbe a scrivere; “ O mio benevolo lettore che andrai un giorno a Catania, ricordati di fare il giro della Ferrovia Circumetnea, e dirai che è il viaggio circolare più incantevole che si possa fare in sette ore sulla faccia della terra”(…). Una volta soppresso l’attraversamento del capoluogo, il servizio è andato assottigliandosi sempre più. Da qualche anno gira sui social un video “muto” dell’istituto luce. Si vede la via etnea affollata di cittadini di varia estrazione. Escono tutti dalla chiesa dei Minoriti affollando la strada attraversata dalle carrozze. Alcuni di loro si avvedono dell’operatore e lo guardano quasi fosse un “alieno”. Le immagini poi si spostano su alcune stazioni della “Circum” dove comincia l’attraversamento lungo quelle lande solitarie circondate da Fichi d’India e oleandri. Si nota subito che doveva trattarsi di uno spot pubblicitario probabilmente commissionato dalla stessa “Circum”. Il video risalirebbe agli inizi del secolo scorso, finisce appena si intravede il tunnel della stazione Borgo. Le vetture, quelle che comunemente chiamavamo “Littorine” perché al “tempo del fascio” questo nome gli era stato attribuito, già sin dagli anni ’90 sono ormai un lontano ricordo. A Catania, quella scatola ferrosa e fumante, non sfuggì all’ironia dei catanesi che a loro volta la ribattezzarono “ ‘a Cafittera”.
Catania 16.06.2024