CONFERENZA: "70° ANNIVERSARIO INVASIONE ALLEATA IN SICILIA"
- Dettagli
- Categoria: Storia e tradizioni popolari
- Creato Venerdì, 02 Agosto 2013 04:30
- Pubblicato Venerdì, 02 Agosto 2013 04:30
- Scritto da Santo Privitera
- Visite: 2118
Una volta la storia la scrivevano i vincitori. E’ ancora così? L’interrogativo è stato al centro della conferenza svolta per il Circolo culturale “V.Paternò-Tedeschi” dal dott. Augusto Lucchese. Titolo dell’argomento: “ 70° anniversario dell’invasione alleata della Sicilia(10 luglio 1943)”. Attraverso la libera consultazione degli archivi, anche a distanza di tempo è possibile ricostruire fatti e avvenimenti senza ricorrere a dispense e testi possibilmente redatti sull’onda emozionale degli avvenimenti. Lucchese, presidente dell’Associazione culturale Athos, nella sua dettagliata relazione mette in risalto date, cifre statistiche, personaggi e luoghi dove si svolsero cruenti azioni belliche che colpirono indiscriminatamente anche la popolazione civile. Il relatore cita aneddoti che lo videro protagonista in prima persona insieme alla sua famiglia. Si emoziona quando parla della battaglia di Gela dove la divisione italiana “Livorno” venne totalmente annientata(come recita il testo di una lapide ivi apposta, declamato durante l’incontro da Orazio Costorella) senza pietà. Il primo bombardamento su Catania risale al 6 luglio del 1940. Nel corso degli anni Catania avrebbe subito ben 87 attacchi aerei, contro i 63 di Palermo e i 59 di Messina. Il Centro storico del capoluogo etneo fu gravemente danneggiato tanto da assimilare l’evento alle grandi catastrofi dei secoli passati. Gli italiani pur essendo numericamente superiori disponevano di un discreto potenziale di mezzi che non gli consentì comunque di fare fronte agli attacchi “a tenaglia” delle truppe di Montgomery da un lato e Patton dall’altro.
“Era prevalso il metodo inumano dei cosiddetti bombardamenti a tappeto effettuati dai potenti mezzi alleati-dice Lucchese-quelle fortezze volanti capaci di trasportare,ognuno, parecchie tonnellate di micidiali devastanti ordigni. Fu un inumano e criminale modo di condurre la guerra, peraltro deliberatamente voluto dai capi politici di allora-accusa-in dispregio al Trattato di Ginevra”. Ma allora, alla fine, ci fu o no un tribunale destinato ad assicurare alla giustizia tutti i criminali di guerra dell’una e dell’altra parte? Il processo di Norimberga condannò a pene severissime i capi nazisti, la maggior parte dei quali passati per le armi. “A un’attenta rilettura della storia-conclude il relatore-fu fatta giustizia a metà”.
Nella foto, il relatore.