SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO

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E' una riflessione che in questo periodo storico facciamo sovente. La discrepanza tra il recente passato (40/50 anni fa) e il presente è evidente ma, non in tutti i casi, si può definire progresso.

Da piccoli noi andavamo a scuola da soli e a piedi, ovunque si trovassero gli istituti scolastici, ci servivamo dei mezzi pubblici solo in casi eccezionali e non c'erano pericoli incombenti circa la sicurezza personale dei minori. Il mondo umano era più vivibile, le persone più sincere e oneste, i bambini non si toccavano. Bastava imparare le poche regole per attraversare le strade e tutto era a posto, si diventava grandi e indipendenti anche a 5 anni e nessun genitore si sognava di accompagnare i propri figli in giro oltre il primo giorno di scuola, nè era costretto a fare da "chaffeur" o da guardia del corpo. Poche erano le mamme che sapevano guidare un'auto e sparute quelle che ne possedevano una. Nemmeno i padri se la cavavano meglio, andando spesso in giro a piedi, in bicicletta o, al massimo, con la vespa.  

Agli insegnanti si dava del lei, anche gli alunni venivano interpellati per cognome senza eccezioni. La cattedra in classe era disposta su una pedana di legno che la rendeva più visibile e inaccessibile ai piccoli. Le classi erano formate da maschi o femmine che dovevano disporsi in fila per due e introdursi a scuola da entrate distinte. Quando l'insegnante metteva piede in classe tutti dovevano alzarsi e ripetere in coro: - Buongiorno signora maestra. - Le lezioni finivano alle 12:30 e si tornava a casa in fretta per pranzare tutti insieme seduti a tavola dove si parlava del più e del meno.

Poi l'avvento della TV... bello, sensazionale! Ma i programmi cominciavano nel pomeriggio con la "TV dei ragazzi" per essere sospesi dopo un paio d'ore, ricominciavano la sera con il TG delle 20:00. Dopo "Carosello" alle 21:00 i bimbi andavano a letto e i genitori godevano della visione di films o commedie. Quando non gradivano potevano cambiare canale ma disponevano solo di una seconda scelta e dovevano scomodarsi dalla sedia perché non esisteva il telecomando ma un pulsante sull'apparecchio. Sabato sera però i bimbi avevano il permesso di vedere la TV fino a tardi, a tale scopo venivano trasmessi spettacoli d'intrattenimento studiati apposta per le famiglie.

A casa il telefono era un lusso di pochi e spesso, per risparmiare, si accettava il duplex (una linea da condividere con un vicino). L'apparecchio era nero, pesantissimo, con un selettore a forma di rotella dove bisognava infilare un dito per selezionare il numero senza prefisso. Niente PC, il motore di ricerca per eccellenza era rappresentato dalle "Pagine Gialle" unitamente a un elenco telonico dove era un motivo d'orgoglio ritrovare il proprio nome. Di computers e Internet si parlava solo nei film di fantascienza dunque, per fare una ricerca, si consultava l'enciclopedia "Conoscere" pagata a rate e messa insieme un volume al mese.

L'amicizia era una parola dal significato importante (non come quella che si da oggi su Facebook) e una stretta di mano valeva più di mille contratti scritti. Ci si divertiva a giocare a nascondino, a salterello, a nomi - città - cose, ai quattro cantoni, con le figurine o con le biglie di vetro. Niente cellulari, solo cabine a gettoni che, all'occorrenza non funzionavano o che, se non si avevano i gettoni in tasca, non servivano a nulla. In compenso era magnifico non essere rintracciabili e bisognava sviluppare la fantasia alla ricerca di valide scuse da proporre senza scrupoli ai genitori. La musica si ascoltava in radio e faceva da colonna sonora in tutti i momenti quotidiani. La Hit Parade aiutava a scegliere tra i brani più amati della settimana. Quando si aveva la possibilità, si compravano i dischi in vinile che contenevano solo 2 brani, uno di successo e l'altro inascoltabile, raramente si trovavano due pezzi orecchiabili. I mangiadischi e i giradischi non avevano posa costretti a ripetere gli stessi brani all'infinito, per tale motivo imparamo tutti i testi a memoria. Poi fu la volta delle musicassette che spesso si rovinavano incastrandosi nell'autoradio per cui di dovevano riavvolgere con l'aiuto di una matita. Le feste da ballo erano tutte organizzate in casa e ci si divertiva a parlare, ridere o flirtare con gli sconosciuti o gli amici degli amici, i contatti fisici e gli approcci sessuali cominciavano con un ballo lento o un appuntamento alla fontana.

Il motorino 50 era a forma di bici e si avviava girando i pedali, spesso ci si predevano delle botte dolorose su piedi e stinchi. Al ristorante si andava solo per matrimoni o occasioni importantissime, gli altri eventi si festeggiavano alla buona in famiglia, la pizza si cucinava di tanto in tanto nel forno di casa. 

I ritmi erano più naturali e lenti, nessuno si ammalava di stress o depressione. La domenica nessuno lavorava, la famiglia si raccoglieva in casa di parenti per un'allegra tavolata o per scambiare due chiacchiere, bere un caffè o un bicchierino di liquore. Dopo aver ascoltato le partite alla radio e, sperato fino alla fine di realizzare il 13 al totocalcio, il buon padre di famiglia riportava tutti a casa raccomandando ai figli di lavorare duro.

Così si viveva fino a 40 anni fa e anche se, per coloro che non l'hanno vissuto, può apparire ridicolo e poco eccitante, per chi, come me, invece c'era, rimane un ricordo piacevole e sereno, la nostalgia per una vita meno complicata e più sana!