LA VERGINITA'
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- Category: Moda Costume e Società
- Created on Saturday, 10 December 2011 17:20
- Published on Saturday, 10 December 2011 17:20
- Written by Lina Giuffrida
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La parola deriva da "virginitas" che significa solo giovane donna anche se al termine vengono attribuiti molti significati. Indica la condizione fisica o mentale di una persona che non ha mai avuto rapporti completi di tipo sessuale, uno stato di purezza o integrità incontaminata.
Lo stato di verginità viene certamente considerato un valore morale, quando per motivi sociali o religiosi, il rapporto sessuale viene condannato. E' un tema importante anche in psicologia, filosofia e antropologia che si è evoluto nel tempo a seconda dei differenti luoghi e costumi. Psicologicamente è uno stato di integrità che molte donne considerano una vera dote. La sua perdita rappresenta un processo di maturazione necessario per crescere e comporta, come tutte le perdite, un periodo di elaborazione. Diventare adulti non è mai stato facile in ogni epoca, taluni non riescono mai a farlo. Fisiologicamente la verginità si perde con la rottura dell'imene, una membrana che occlude parzialmente l'ingresso della vagina che spesso è già rotta o addirittura assente. Ogni ragazza ha una sua fantasia intorno alla verginità quando ne è ben informata. Di solito ne discute con la madre o con le amiche più care ma spesso non riceve le giuste spiegazioni, ha le idee confuse e lo considera un vero tabù. Benchè secondo dati recenti sia stimato che l'età media mondiale in cui una ragazza decide di perdere la verginità si aggiri intorno ai 14-15 anni, il primo rapporto sessuale viene vissuto con un carico di paura frammista a curiosità. Certamente è una fase di passaggio da bimba a donna. Per la minoranza il primo rapporto completo si risolverà con un leggero fastidio, tanta ansia e, talora, un minimo sanguinamento. Per la maggioranza dei casi invece non accade proprio nulla tanto che, questo fatto del tutto naturale, rende irritabili o sospettosi i maschi vittime di preconcetti errati, fino al punto da temere di non essere stati i primi. Gli uomini tengono in modo particolare alla purezza femminile per dimostrare, a se stessi e al mondo, che possiedono una donna in maniera esclusiva. Molti inoltre trovano attraente l'idea di desiderare una vergine. La fedeltà sessuale e la certezza della paternità sono in cima alla lista delle loro preferenze e, sebbene oggi nella cultura occidentale non sia più di moda e non si può pretenderla, di fatto mantiene il suo fascino.
Nell'uomo la verginità dal punto di vista fisiologico è difficilmente controllabile tranne quando c'è un impedimento fisico. L'età media mondiale entro la quale viene persa si aggira tra i 15 e i 16 anni, più tardi rispetto alle donne a causa della più lenta maturazione. Resta comunque un motivo di vanto.
In molte culture la verginità femminile è legata all'onore familiare e la sua perdita prima del matrimonio considerata una vergogna. Nella cultura occidentale è simboleggiata dall'abito bianco e dal velo nuziale anche se, in realtà, la sposa li indossa anche quando non è più vergine. Non troppi anni or sono nel meridione d'Italia era d'uso esporre le lenzuola macchiate di sangue dopo la prima notte di nozze a dimostrazione che la sposa fosse illibata. Questa barbara usanza finiva con l'imporre a coloro che avevano qualcosa da nascondere per varie ragioni, l'uso di sangue animale. Nell'evoluzione dei tempi per fortuna si sono perse le tracce di questa macabra tradizione. In altre parti del mondo invece accade che venga accettata l'attività sessuale pre matrimoniale ad esclusione della penetrazione per mantenere così una "verginità tecnica". Nella storia sociale italiana la verginità è una faccenda seria fortemente influenzata dalla Chiesa. Negli anni '60/'70 con la rivoluzione sessuale, si contrapposero i cattolici ai comunisti per difendere in maniera diversa questo valore. Nello stesso periodo vennero demonizzati i primi assorbenti interni commerciati in Italia come causa di pericolo per la verginità delle giovinette. Quando venne pubblicizzata la "pillola", che permetteva alle donne di optare per la maternità scindendo di fatto il sesso dalla procreazione, partì la vera rivoluzione culturale nonostante le forti resistenze della Chiesa che si pronunciò nel 1963 consigliando un "uso responsabile dei contraccettivi" e nel 1968 pubblicando un'Enciclica che condannava la contraccezione. Fu un duro colpo per i paesi cattolici che comunque finirono per approvare la legge sull'aborto e sul divorzio. Oggi le donne non hanno vergogna di perdere la verginità o di mantenerla per scelta. In alcuni casi si osserva un mutamento di condotta talmente radicale da rasentare l'assurdo. Molte ragazze non attribuiscono alcun valore alla cosa, qualcuna si vanta di averla persa per divertimento com'è d'uso tra i maschi. Ma nella stragrande maggioranza dei casi non è più una questione così essenziale.