L'ESTATE 2023 STA FINENDO
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- Category: Moda Costume e Società
- Created on Saturday, 16 September 2023 17:46
- Published on Saturday, 16 September 2023 17:46
- Written by Santo Privitera
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“L’estate sta finendo e un anno se ne va/sto diventando grande lo sai che non mi va(…). Quando nel 1985 i fratelli Righeira cantarono questo motivo, la magìa delle canzoni che avevano fatto la fortuna del “disco per l’estate”, era già finita da tempo. Fu sempre un tormentone per quell’anno, ma solo perché il mito dell’estate ricca di spensieratezza, non si era ancora del tutto estinto. Se ne parlava in famiglia. Papà e mamma raccontavano ai figli di quelle estati romantiche, dove ancora la luna riusciva a fare sognare e il rumore delle onde era musica per le orecchie degli innamorati. Quanti ricordi, e quante orme effimere lasciate in riva al mare. “O..o…o…o che profumo di mare/o…o…o..o piove argento dal cielo./ Notte di luna calante/notte d’amore con te/lungo le spiagge deserte/ a piedi nudi con me(…). Questo brano cantato da Domenico Modugno nel 1960 , fu premonitore di un’epoca in via di estinzione. Residuato di un romanticismo che tramontava definitivamente. La musica stava cambiando. Già sin dagli inizi degli anni ’70, niente più Jukebox e niente più mangiadischi. I 45 giri avevano già fatto il loro tempo. Anche i dischi 33 giri, cosiddetti “Long playing”(raccolta in album di brani musicali) tra poco avrebbero ceduto il passo alle più moderne tecnologie. Questo termine “esterofilo” era un serio indizio che molto stava cambiando anche nel mondo canoro. L’innesto di cantanti e gruppi stranieri sin dagli anni ’50 era cominciato a farsi strada. L’estate ha sempre mantenuto un proprio fascino. Forse più di ogni altra stagione. Complice, la luminosità delle giornate e il godimento delle “sospirate” ferie. La consapevolezza di affrontare le successive rigide stagioni, non rendeva affatto felici. Di più i ragazzi. Il ritorno a scuola, le materie all’università, le cattive giornate li costringevano a starsene a casa. A Catania la stagione dei “bagni” è sempre stata “ondivaga”. Mentre la balneazione nei lidi si apriva ufficialmente il 15 giugno, per i catanesi iniziava “doppu ‘a Maronna ‘o Carmunu”: il 16 luglio. Un misto di tradizione e devozione. Inoltre, con l’avvento delle belle giornate, sin dai primi di maggio i ragazzi non vedevano l’ora di fare i primi tuffi. Per questo motivo il ricorso alla “calia” dalla scuola era pratica comune. Il termine “caliari” ha una diretta discendenza con il mix di semi di zucca, arachidi e ceci abbrustoliti. Tante le ipotesi sul suo etimo. Una delle quali potrebbe essere più verosimile delle altre. Anticamente i bambini erano costretti a mangiarla di “scapòcchio”, cioè di nascosto. “Picchì appoi ti doli ‘a panza” si giustificavano i genitori. E non avevano tutti i torti. Gustata calda, la calia “calava” abbondante senza manco accorgersene. Le indigestioni perciò erano frequenti. I catanesi hanno sempre prediletto la balneazione. In principio fu la scogliera. Dal 1897 fino ai primissimi anni del ‘900 la stagione balneare dei catanesi si consumava tra gli scogli aguzzi dell’ Armisi. Prospicienti la piazza dei Martiri, funzionavano gli stabilimenti dei “Fratelli Longobardo e Guarnaccia”, dei “Sottile”, dei “Mancini”, degli “Scuderi”, dei “Leotta” e altri. Si trattava di cabine “elitarie”, montate su palafitte con botole interne per facilitare con “discrezione” la discesa in mare. I ragazzi più arditi, animati dalla curiosità, qualche tuffo da quelle parti lo facevano lo stesso. Non disdegnavano, nascosti dietro gli scogli, di guardare avidamente le gambe scoperte delle signore prima che queste si immergessero in acqua. La Plaia come “zona per bagnanti” sarebbe stata scoperta agli inizi del ‘900. I primi bagnanti furono alcuni componenti della colonia svizzera. Malgrado fosse particolarmente impervia e insidiosa, veniva battuta dai “cercatori di ambra” e dai pescatori di “cozzuli di Catania(telline). Il boschetto era fitto ed esteso. Ricco di una fauna oggi in parte estinta. Fino alla metà dell’800 era stato un vasto cimitero improvvisato. Accolse le spoglie dei più poveri. Potrebbe essere stato perfino luogo di sepoltura dei terremotati del 1693. Antesignane delle cabine furono le tende che i “pionieri” vi piantarono nella sabbia. Quella zona così venne progressivamente sottoposta a bonifica. L’avvento del primo lido denominato “Spampinato” venne accolto con entusiasmo. Le sue estese strutture in stile liberty, era puro godimento estetico. Ancor di più, il vaporetto che si partiva carico di bagnanti dalla villetta Pacini per raggiungerlo. Con il trascorrere del tempo, questo litorale sabbioso che si estende per circa 12 chilometri dal Molo di mezzogiorno del porto di Catania fino alla foce del fiume Simeto, diventò il più famoso luogo estivo non solo per i catanesi. “Un’ipotesi di natura che nei tramonti infuocati d’estate”-scrive un poeta contemporaneo-“ è lì a mostrarti almeno una certezza di vita”
Pubblicato su La Sicilia del 03.09.2023