CATANIA: VIA CROCIFERI, TRA LE VIE PIU' BELLE DEL MONDO
- Details
- Category: Moda Costume e Società
- Created on Sunday, 06 August 2023 11:39
- Published on Sunday, 06 August 2023 11:39
- Written by Santo Privitera
- Hits: 58
Anche quest’anno la meta preferita dei turisti è stata Catania. Francesi, tedeschi, russi, giapponesi hanno potuto ammirare da cima a fondo la città Barocca per eccellenza; la città dell’Etna, di Bellini, della dorata playa ma anche di tutte quelle attrazioni che la caratterizzano. Il cambiamento climatico, anche dalle nostre parti si è avvertito eccome. Chi si aspettava la solita estate “calda” siciliana, è stato servito. Però quest’anno si è rivelata più calda del solito, anzi rovente. Nelle guardie mediche, c’è stato il via vai di bagnanti in preda a violente scottature e fastidiose insolazioni. Roghi dappertutto. Qualcuno ha commentato: “ Ma st’annu chi ci misi ‘i peri ‘u riaulu…?” Anche l’aeroporto, ne ha fatto le spese. Improvvisamente un incendio ha devastato l’aerostazione. Le cause sono in via di accertamento. Ma come? Il nostro fiore all’occhiello!!? Purtroppo è capitato nel momento peggiore della stagione, quando gli arrivi e le partenze di solito raggiungono il picco di massima intensità. Fortunatamente il temuto “collasso” non si è verificato. Gli spazi sono stati sfruttati fino all’ultimo centimetro. Enormi però sono stati i disagi per i passeggeri, ma almeno si è evitato il peggio. Quanto prima si ritornerà alla normalità; si lasceranno alle spalle tutte le difficoltà patite. Anche stavolta si potrà gridare quello che ormai è diventato un vero e proprio “motto” tutto catanese: “Melior de cinere surgo”; ovvero, dalle ceneri risorgerò più bella. Nel tour delle meraviglie che di solito ha inizio dalla Cattedrale di Sant’Agata, tra le antiche vie del centro cittadino entra di diritto Via Crociferi. Considerata tra le vie più belle e rappresentative del mondo; è meta obbligatoria per chi visita la città. Venire a Catania senza visitare via Crociferi, è come andare a Roma senza visitare il Colosseo. Il catanese che è abituato a percorrerla, spesso non se ne rende conto; diverso è per il turista. Cos’ha si bello via Crociferi?…tutto. Il suo barocco è unico. Le sue chiese, i suoi palazzi, l’arco benedettino che attraversa come una quinta scenografica la strada da parte a parte, lascia una traccia indelebile nel ricordo di chi visita questi luoghi. In ogni angolo si respira tutta l’antichità del suo passato. Una via che profuma di intensa religiosità. Già nel Medioevo essa si snodava fra chiese e palazzi di notevole mole. Il Palazzo di don Bartolomeo Altavilla, costruito dove oggi si eleva la chiesa di San Francesco Borgia, era un edificio di notevoli dimensioni. In quell’area insistevano i locali ospedalieri annessi all’antica chiesa dell’Ascensione( esistente fino al ‘500). Locali in cui si accoglievano e curavano i diseredati della città. Nella seconda metà del Cinquecento, l’attività dei PP. Gesuiti di fresco giunti a Catania, arricchì l’intera zona di scuole, collegi e chiese. Le opere d’arte che vi erano contenute, oltre all’antico blasone e salubrità dell’aria, attirarono in questa parte di città l’attenzione della nobiltà catanese. Per tale motivo, dopo il devastante terremoto del 1693, i ricostruttori si orientarono su questo segmento cittadino. Sorserò uno dietro l’altro chiese, conventi e palazzi nobiliari. La Badia e la chiesa di San Benedetto nel 1704, poi la chiesa di San Camillo dei Padri Crociferi da cui prese il nome la strada; quindi il collegio dei Gesuiti e la chiesa di San Giuliano, uno dei monumenti più illustri del barocco catanese. Seguirono, i palazzi Asmundo, Villaruel e quello dei Cerami, tutti gioielli dell’architettura settecentesca a firma dei migliori architetti dell’epoca: Alonzo Di Benedetto, Angelo Italia, Francesco Battaglia, Paolo Amato e lo stesso G.B. Vaccarini. Grazie a loro prese forma quel raffinato e artistico angolo di Catania che dalla chiesa di San Camillo attraversando la via di San Giuliano, è chiuso dal cosiddetto arco di San Benedetto. Singolare la vicenda riguardante questa struttura. Essa fu al centro di un’aspra polemica tra il senato catanese e l’allora vescovo Andrea Riggio(Palermo 1660-Roma 1717). Il religioso era un soggetto poco incline ai compromessi, ecco perché entrò in rotta di collisione con la politica. Gli attriti erano cominciati già prima. Proseguirono dopo con piccole scaramucce. Poi la goccia che fece traboccare il vaso. E questa goccia arrivò quando il vescovo decise di fare costruire nottetempo l’arco che avrebbe dovuto unire due ali del monastero delle benedettine. Aveva ricevuto il divieto assoluto di proseguire, ma il prelato minacciò di scomunica quanti si fossero opposti al progetto, alla fine la spuntò. Il Vicerè non gradì questi atti di liberalità, di conseguenza lo invitò a lasciare la città. A Roma, il vescovo Riggio venne assimilato alla servitù del Pontefice. Morì col desiderio di tornare nella sua amata Catania.
Nella foto, Via Crociferi.
Pubblicato su La Sicilia del 6.08.'23
Santo Privitera