APPUNTI DI VIAGGIO: "Plaisir d'amour" da Album di Famiglia

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      Una strada di Francia, dritta per chilometri e chilometri, interrotta da una parte e dall’altra, da una distesa infinita di girasoli. In primo piano un casolare con  spazi geometrici, ordinati, come solo i francesi sanno avere. Anche questa foto appartiene al mio passato  e, ogni volta che la vedo, mi fa tornare in mente un episodio che sempre mi commuove, come se il fatto mi fosse successo il giorno prima. Venivamo da Nîmes ed eravamo sulla strada per Parigi.  Come succede sempre in viaggio, Franca stava con la macchina fotografica in mano pronta a scattare.

Quel giorno la strada, un lunghissimo nastro grigio tra il giallo dei girasoli, era l’oggetto del suo interesse, infatti mi chiese di accostare e di fermarmi per poterla meglio inquadrare. Accostai sotto un grande albero, presso un casolare che di lontano sembrava una chiesa: era invece una casa di campagna in quel momento immersa nella quiete, di colore azzurro interrotto da bianche lesene verticali e coi tetti spioventi. Mentre mia moglie sceglieva le  inquadrature, spensi il motore e ne approfittai per riposarmi un poco dalla guida.  In quel momento, più dolce che mai, mi giunse il motivo di una vecchia canzone francese ch’io conoscevo assai bene: Plaisir d’amour ne dure qu’un moment / chagrin d’amour dure toute la vie, cantato, con un filo di voce lento, ombreggiato, da una giovane donna ch’io non potei vedere nonostante fossi sceso e avessi sbirciato tra gli alberi e il giardino dov’ era immersa quella che a me subito sembrò una dimora incantata.  Di colpo mi ritrovai nel bel mezzo di una fiaba che ascoltai bambino, dove una maga con voce di sirena attirava i passanti e li stregava.  E mi piacque pensare che un sortilegio di mago Merlino  ci avesse spinto verso quella casa.  Era una costruzione a più piani e il canto veniva dal piano di sopra, ma inutilmente aspettai che qualcuno venisse allo scoperto perché potessi dare un volto a quella voce affascinante e misteriosa. Riprendemmo il cammino, ma la dimora, la voce e quel motivo mi accompagnarono per l’intera  giornata.C’è una ragione che spiega  perché questo episodio mi emoziona sempre: esso assomiglia tanto a un altro episodio che mi capitò quando avevo appena otto anni e che mi segnò per la vita. Anche allora, protagonista fu una canzone, un giardino, una fanciulla: ero in attesa che passasse il treno a un passaggio a livello con mio padre.

 

 

                                                                                            

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