IL RACCONTO: "Un altro autunno è passato"
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- Category: Letteratura
- Created on Thursday, 04 October 2012 09:58
- Published on Thursday, 04 October 2012 09:58
- Written by Nunzio Spitalieri
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Un altro autunno e’ passato. Accovacciata fra l’asciutto ed il bagnato, avvolta da una tunica di lino color beige chiaro: Quella che a lui piaceva tanto. Il foulard turchino semi avvolto al collo svolazza e batte sulla guancia colpetti delicati che ti fanno rivivere le sue carezze.Piccoli ma continui brividi percorrono il tuo corpo, accarezzi delicatamente le tue braccia esposte alla brezza marina. Onde di schiuma bianca sembrano cercare i tuoi piedi ma son troppo modeste per arrivare; e tu vai loro incontro. Il tuo sguardo continuamente rivolto verso il mare infinito, sembra chiedergli un perchè, il pugno chiuso sostiene il tuo mento: e’ come se la mente, adagiandovisi, voglia farsi sostituire. Stringi le palpebre per assaporare ancor di più le invisibili gocce salate.
Attimi inebrianti, il cuore palpita insistente ma senza l’affanno di allora. Un pugno di sabbia lasci cadere sul tuo piede, fra le dita, che attraversate producono un dolce solletico. Ne fai scivolare un altro e poi un altro ancora poi smettiun cracker, tirato fuori dalla borsetta che lui ti ha regalato ed ove riponi tutto ciò che a lui ti riporta, spezzi fra le dita ma non lo vedi, non l’assapori, il tuo pensiero vaga e mai si dissocia dal suo volto. Un volto quasi mai rasato ed al cui contatto una frenesia ti invadeva l’anima e scendeva per tutto il tuo essere.
La sabbia sembra argentata, il sole, non molto caldo, realizza un candido tappeto di luce che si espande all’infinito. Un luccichio che sembra un incanto disegna forme sempre più’ armoniose. Non puoi non pensare alle sue tenere carezze, alle sue dolci
frasi sussurrate fra i capelli ed il tuo orecchio attento che languidamente carpisce e trasmette al tuo io le sensazioni più belle ed i desideri più nascosti. Poi c’e’ il suo sorriso che illumina il suo volto e gira intorno sempre più intorno fino a farti inebriare;la sua mano si posa sui tuoi capelli, scioglie delicatamente la fettuccia di cuoio che li raccoglie, li scompiglia, li arruffa per poi poggiare la sua guancia sulla tua testa e sussurrarti “ti amo” e l’altra: sarai per sempre mia. I tuoi capelli vengono smossi da un venticello, ritorni alla realtà; li sistemi e li raccogli nuovamente dietro la nuca. Ti distendi sulla sabbia ondulata, prende la tua forma, scruti il cielo; delle nuvole sparse sembra ti sorridano mentre curiose t’osservano e poi lentamente s’allontanano. guarda quella e’ la tua così candida così soave così armoniosamentre l’altra che la rincorre e’ la mia, vedrai la raggiungerà e la farà sua. Parole che ti risuonano melodiose all’orecchio. Quelle stesse nuvole non si rincorreranno più, sono per sempre svanite, adesso sono cupe e non trasmettono gioia. Quando sulla sdraio assopita trasalivi sentendo le sue mani che accarezzavano la tua pelle lievemente abbronzata per poi posarle una sull’altra sul ginocchio a sostenere la sua testa. Ti accorgevi subito che i suoi occhi ti ammiravano con voluttà Ti sentivi donna donna corteggiata; donna desiderata; donna da conquistare; donna da donarsi.
Le dita delle sue mani s’intrecciavano alle tue, ora delicatamente ora con forza, trasmettendo l’impulso del suo desiderio. Ora, quasi stordita, rivivi quei momenti quando venivi attraversata da quelle piacevoli sensazioni. Il suono melodioso di una canzone romantica quasi impercettibile, ti deliziava; proveniva da un bar vicino ora già chiuso.
Il ricordo continuo dei suoi baci, delle sue carezze, delle sue seducenti parole squassano la tua mente. Anche lo sfiorare delle sue labbra ti conducevano all’estasi; gli sguardi pieni d’intese nascoste sfociavano in un turbinio di desideri improvvisi per dar poi sfogo all’amore. Vorresti scacciare da te immediatamente il pensiero d’averti illusa, di essersi preso gioco di te, delle tue sensazioni, delle tue emozioni, della tua fragilità, del tuo corpo infuocato di passione.
La voce stridula di un gabbiano attira la tua attenzione , lo guardi con la pena nel cuore; eppure gioivi del suo volo dei suoi colori. Con malcelata disperazione ti chiedi il perché, gridi: perché; invochi un perché. Lacrime che non sai frenare rigano le tue guance, scorrono e cadono sulla sabbia. Un bimbo, sfuggito dalla mano della madre , ti chiede: "perché piangi? Mamma, mamma la signora piange,..." Porge un fazzoletto e t’asciuga le guance, e tu imbarazzata accetti. "Come ti chiami? vuoi giocare con me?" ti chiede. Il tuo volto timidamente ritorna a rasserenarsi. La carezza del bimbo e’ una spremuta d’innocenza. Le lunghe ombre che ti si stagliano vicino ti fanno capire che il sole sta andando via, l’ultima luce tremula sta per svanire. Ti alzi, pulisci il vestito, raccogli i tuoi sandali e li batti l’uno contro l’altro. e’ il gesto che t’allontana dal mare dal luogo dei tuoi sogni.
Ti guardi intorno, il bimbo e’ andato, t’avvii verso l’uscita non prima di girarti ad ammirare nuovamente il mare sempre più distante sempre più affascinante, sempre più misterioso.
Ritornerai domani a rivivere un altro giorno del tuo triste autunno.