SALVATORE CAMILLERI NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA(MARZO 2021-2022)
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- Category: Biografie
- Created on Sunday, 01 May 2022 17:06
- Published on Sunday, 01 May 2022 17:06
- Written by Santo Privitera
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Il 24 marzo dello scorso anno, moriva quasi centenario il prof. Salvatore Camilleri. Poeta, saggista, critico sicilianista e raffinato traduttore, era nato a Catania il 12 maggio del 1921. Fu l’ultimo esponente di una stagione poetica siciliana particolarmente incisiva. Dopo avere insegnato per qualche tempo al Nord Italia, concluse a Catania la sua carriera di direttore didattico. Tutta la sua vita fu dedita allo studio della lingua siciliana. Scandì le tappe che avrebbero condotto la poesia siciliana, dal 1944 al 1989, verso un nuovo corso. Il dibattito per raggiungere questo traguardo non fu affatto facile, anzi si rivelò lungo e complicato. Nel 1944, fondò insieme ai poeti Enzo D’Agata e Mario Gori, il movimento dei cosiddetti “Trinacristi” . Il sodalizio che era solito riunirsi presso una sala toelette di via prefettura, ebbe come obiettivo primario lo “svecchiamento” della poesia siciliana. Il “disancoramento” da una tradizione certamente importante ma che andava aggiornata. Una vera rivoluzione quella compiuta dai Trinacristi, che ben presto si estese in tutta l’isola. A Palermo, i poeti Pietro Tamburello e Paolo Messina fecero la loro parte. La rivista “Sciara” che lo studioso catanese diresse con Mario Gori nel 1965, servì a liberare definitivamente dagli antichi schemi considerati “arcaici” e “obsoleti”, linguaggi e stili di scrittura dialettale. L’’impegno di Camilleri nel campo della letteratura siciliana, fu totale e non conobbe pause. Autore e critico allo tempo stesso, non ebbe mai ambizioni accademiche. Egli finora risulta l’unico che abbia guardato ai poeti classici senza trascurare i nuovi. Curò, tra l’altro, edizioni di Domenico Tempio, Giovanni Meli, Nino Martoglio e Luigi Capuana. Nella sua lunga vita, ha scritto una infinità di opere e preparato all’insegnamento generazioni di futuri docenti. Sui due libri di grammatica siciliana da egli pubblicati, si sono formati scrittori e poeti della nuova generazione. Girò in lungo e in largo la Sicilia, firmò articoli nei quotidiani e nelle riviste più importanti, mantenendo rapporti anche con esponenti della cultura siciliana d’oltre oceano. Frequentò quasi tutti i personaggi più in vista della cultura catanese del suo tempo. I Poeti Giuseppe Villaroel, Giuseppe Nicolosi Scandurra, Giovanni Formisano; gli storici Salvatore Lo Presti e Francesco Granata; lo scultore Pietro Pappalardo, furono tra questi. Come poeta ricordiamo alcune delle sue sillogi di maggiore rilievo: Sangu Pazzu”(1965) che conquistò il Premio Sicilia di quell’anno; “Luna catanisa”(1979); “Gnura puisia(2005); “Biribò”(2007), poemetto filosofico sullo stile dei classici. Della sua “Barunissa di Carini”, nel 1971 è stato tratto lo sceneggiato televisivo “L’amaro caso della Baronessa di Carini” con attori di rilievo internazionale come Ugo Pagliai e Janet Agren. Nel 1998, il suo vocabolario Italiano-Siciliano “ Ventaglio”, pubblicato prima in dispense poi raccolte in volume, ebbe uno strepitoso successo editoriale. Alcuni suoi testi teatrali tratti da note leggende medievali siciliane, furono adattati per l’opera dei pupi. Il progetto di realizzare una “Monumentale storia della poesia siciliana”, si fermò a soli 5 volumi dei venti inizialmente previsti. Svolse una intensa attività di conferenziere. Il Circolo “Arte e Folklore di Sicilia” del compianto commediografo e mecenate Alfredo Danese, dai primi anni ’70 dello scorso secolo, fu il suo punto di riferimento. Negli ultimi periodi della sua instancabile attività, tenne conferenze e seminari anche per il Centro culturale “V.Paternò-Tedeschi”. Con i poeti mantenne un confronto aperto; a seguito della severità dei suoi giudizi, talvolta però anche conflittuale. Tentò l’impossibile impresa di costruire un linguaggio comune(Koinè), un codice ortografico condiviso, che nel rispetto di ogni singola parlata consentisse cioè di eliminare la difficoltà di lettura dei testi. Da qui la nascita de “Il Manifesto”, un’opera artigianale pubblicata a tiratura limitata intorno alla metà degli anni ’80. Il corposo volume raccoglie prezioso materiale critico-documentale di letteratura siciliana; “summa” dei suoi studi linguistici più significativi.
Nella foto, il prof. Salvatore Camilleri
Pubblicato su "La Sicilia del 10.04.2022