COMPOSITORI E PAROLIERI CATANESI
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- Category: Arte e Musica
- Created on Wednesday, 26 May 2021 03:35
- Published on Wednesday, 26 May 2021 03:35
- Written by Santo Privitera
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Oggi la chiamano “Fuga dei cervelli”, una volta invece era “Cu nesci, arrinesci”. I detti, raramente si sbagliano. Oggi è più facile emigrare; ma fino a qualche tempo fa c’era la consapevolezza che una volta partiti, la possibilità di “sbarcare il lunario” appariva più concreta. Quando ci si rendeva conto che “Chiù scuru ‘i menzannotti non puteva fari”, solo allora si tentava la strada dell’avventura. La nostra e’ un’Isola che ha esportato geni di prima grandezza. Dalla scienza alla letteratura; dalla pittura al cinema; dallo sport alla musica, tra i “primatisti” c’è stata sempre la nostra Isola. Vincenzo Bellini, all’età di diciott’anni è andato via dalla sua città, e ancora oggi molti si chiedono cosa ne sarebbe stato del suo genio se non avesse fatto questa scelta. In questi giorni abbiamo pianto la scomparsa del nostro Franco Battiato, artista di fama internazionale che nella sua Sicilia aveva scelto di tornarci; per lui, una volta calato il sipario della vita, si è aperto quello della storia. Il suo misticismo lo ha portato a credere nella “reincarnazione”: speriamo sia così; a patto che possa “ritornare” nuovamente a Catania. Nel mondo della musica leggera abbiamo ancora le nostre eccellenze; dalla famiglia Bella( Gianni, Marcella, Rosario e Antonio), a Vincenzo Spampinato; per non parlare dei gruppi storici come “I Beens” i cui successi hanno varcato l’oceano. La tradizione sembra continuare con i tanti nomi, molti anche di giovani, che sono già sulla buona strada. La carrellata è vasta, impossibile proporla tutta. Gianni Belfiore, di padre ripostese, pur essendo nato a Genova, si è sempre riconosciuto figlio della Terra di Sicilia. Negli anni ’70 dello scorso secolo, dopo il suo esordio nel mondo musicale a fianco della famosa cantante Folk licatese Rosa Balistreri, al bordo della nave dove lavora da ufficiale di coperta, conosce il cantante Julio Inglesias. Per lui comincia a scrivere canzoni come “ Se mi lasci non vale e “Sono un pirata sono un signore” che hanno fatto la fortuna dell’artista spagnolo amatissimo in tutto il mondo. Belfiore ha scritto canzoni anche per Iva Zanicchi, Fred Bongusto, Boby Solo e Tosca, tanto per citare dei nomi. Anche lui, come Battiato, sulle ali del grande successo, ha preso casa a Milo, alle falde dell’Etna, dove ancora continua a lavorare. Non è stato un gigante, ma certamente un nome autorevole sì. Ci riferiamo al cantante e paroliere Plinio Maggi (Catania 1940-2019).Dopo aver partecipato a vari concorsi canori, nel 1965 vince il Festival per voci nuove di Castrocaro. Una bella ribalta che lo porterà molto in alto. Parteciperà al Festival di Sanremo, al Festival di Napoli e al Cantagiro. E’ presente, come cantautore, nei migliori programmi televisivi Rai del momento. Volerà perfino in America dove otterrà un discreto successo. Nel frattempo scrive testi per vari cantanti molto noti del momento. Laureatosi in Farmacia, intorno alla metà degli anni ’70 abbandonerà improvvisamente il mondo dello spettacolo per esercitare questa professione. “Mena” è l’opera lirica composta poco prima della sua scomparsa. Tra gli anni ’60 e ’70, visse il proprio momento di gloria pure Oreste Vassallo( Catania 1912-1976). Collaboratore del Maestro Pastura. Vassallo si stabilì a Roma dopo avere conseguito la cattedra di Lettere nelle scuole statali. Negli ambienti della musica leggera si Affermò col brano “Come te non c’è nessuno” portata al successo, su testo di Franco Migliacci, da una “frizzante” Rita Pavone. La nostalgia per la sua città, lo porterà a pubblicare nel 1972 a Milano, la silloge: “ Sotto gli archi della marina”. A scrivere un motivo di successo, concorse pure il musicista folk Franco Zappalà. Con il suo “Tango di Mezzanotte”. La base registrata al mandolino dal maestro Antonio Aiello, piacque tanto a Claudio Villa che la incise per la casa discografica “Vis”. La magistrale interpretazione che ne fece il “Reuccio”,fu garanzia di successo. Era il 1956. A ritroso nel tempo, non possiamo non fare riferimento al grafico pubblicitario Peppino Mendes( Catania 1892-Napoli 1978). Nella sua città non riuscì a trovare un lavoro, perciò la lasciò per trasferirsi definitivamente a Milano. Ebbe una grande passione per la scrittura, così cominciò a scrivere versi. L’incontro con il maestro Vittorio Mascheroni fu decisivo. Scrisse diverse canzoni dedicate al regime fascista. Tra queste, la più nota fu “Soldatini di ferro”. Nel dopoguerra visse i suoi anni in pieno isolamento; in compagnia solo dei suoi amati cani. Firmò su musica del Mascheroni, due brani destinati ad avere un immenso e duraturo successo: “Fiorin Fiorello”(1939) e “Il Tango della Gelosia”(1931).
Nella foto, il Maestro Franco Battiato
Pubblicato su La Sicilia del 23.05.'21