Intervista alla cantante lirica Sabrina Messina

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La critica definisce la cantante lirica catanese Sabrina Messina "artista sensibile, elegante, dotata di una voce calda e maestosa, espressiva in tutti i suoi colori, dalla potenza e intensità vocale non indifferente, dal timbro riconoscibile e unico”. Grinta, eleganza, sicurezza ed espressività accompagnano le sue performance. Dopo il Conseguimento della Laurea in Canto Lirico presso il “V. Bellini” di Catania ha studiato presso l'Accademia Nazionale Di Santa Cecilia, l'Accademia Romana dell'Opera e l'Accademia Lirica di Alto Perfezionamento del soprano di fama mondiale Mirella Frenia Modena. Nel cassetto dodici masters di perfezionamento vocale. Già a sedici anni calca il palcoscenico per conto di teatri, enti lirici, associazioni culturali e musicali, nonché accademie. A Catania, ho cantato come ospite d'onore presso i centri nevralgici della cultura: il teatro Massimo Bellini, Sangiorgi, Brancati, ma anche presso il Monastero dei Benedettini, il Palazzo Biscari, il Museo Diocesano, il Castello Ursino, il Palazzo della Cultura, Le Ciminiere, l’Auditorium De Carlo, il Castello di Calatabiano, l’anfiteatro di Milo, l’Istituto  Musicale V. Bellini, il Palazzo Musumeci, lo “Yachting Club”, in occasione della festa della Madonnina di Ognina

Sabrina Messina si racconta. Racconta la sua carriera e i suoi progetti senza compromessi.

 

A quando risale la passione per il canto e la musica?

Il canto e la musica hanno da sempre fatto parte integrante della mia vita, colorando con tinte vivaci le mie giornate, rendendole dense di significato e mai banali. Sin da bambina ho vissuto immersa nell’arte, studiando danza classica per molti anni e facendo parte di cori dall'età di sei anni. Ho vissuto e vivo nella musica…Guardandomi dentro ho trovato il senso della mia vita, lo scopo. La musica riesce a dare voce ai moti impercettibili e inesplorati della mia anima, riesce a far emergere sfaccettature ed emozioni profonde. Quando canto mi sembra di raggiungere una dimensione lontana, scevra da spazi e limiti, io e il mio canto voliamo insieme in un mondo dove tutto ciò che è banale tace e dove domina soltanto la forza del sentimento. La musica è quindi la mia più fedele compagna, mi rende una persona felice, serena, libera, viva, senza catene, riesce magicamente a tirare fuori il meglio che ho dentro.

Quali sono le sue opere liriche preferite e perché?

La Cenerentola di G. Rossini e La Carmen di G. Bizet. Della prima mi affascina molto la storia travagliata, ma a lieto fine: il trionfo della bontà; della seconda per certi aspetti la protagonista mi assomiglia caratterialmente. Carmen, come me, è una donna viva, passionale, libera, coraggiosa, volitiva e decisa, che ama mettersi in gioco e lottare per cio' che vuole.       

Raccontaci il tuo debutto

Ho avuto la fortuna di debuttare presto perché tanti hanno creduto in me, nonostante la mia giovane età, da registi a direttori d'orchestra. A vent'anni nel 2008 ho rivestito il ruolo primario di Bettina nell’opera il "Duello Comico" di  G. Paisiello e nel 2009 ne il "Flaminio" di G.B. Pergolesi ho interpretato la parte primaria di Giustina. Ricordo queste due mie prime opere con una grandissima emozione: il cuore mi stava per scoppiare, non avevo timore, ma sentivo la grande responsabilità di fare Arte e di farla bene.

Sogno nel cassetto?

Continuate nella mia carriera, ma farlo nel modo più onesto possibile. Non amo i compromessi, le scorciatoie e i "regali". Voglio sempre potermi guardare allo specchio ed essere fiera e orgogliosa di me stessa prima come persona e poi come artista. Non voglio vincere facile.

E a questo proposito, hai avuto esperienze negative?

Qualche proposta non onesta...compromessi che non ho mai accettato e l'esperienza del conservatorio: mi sentivo come Cenerentola, non valorizzata, non capita e non considerata, quando sono uscita da li la mia sorte è cambiata, ho ricevuto tantissime soddisfazioni e ho capito che non c'era nulla che non andava in me.

Tu hai avuto modo di perfezionarti con il soprano Mirella Freni. Come è stata questa esperienza?

E’ stato un vero onore, l’esperienza più formativa per me come artista. Avere una icona della Lirica, una delle più grandi del mondo, mi ha dato tantissimo. Essere ammessa presso la sua prestigiosa accademia è stato un grande onore. Ho appreso molto a livello professionale, artistico ed umano. E' un personaggio forte e volitivo, schietto come piace a me, che pretende sempre il massimo e che dice sempre cio' che pensa, non illude...questo è un grande dono ed è fondamentale nel mio lavoro. sincerità e onestà prima di tutto.

La sua città, Catania, la sostiene?

Devo dire a malincuore che non mi ha mai offerto tanto. Sono sempre stata costretta ad andare fuori sia per trovare una formazione di studio di alto livello, sia per quanto riguarda l'opportunità lavorativa. Vorrei allontanarmi meno dalla mia terra e non essere costretta a scappare per trovare fortuna, visto che è difficile stare lontano dalla mia casa e dai miei cari, mi pesa sempre. Ne approfitto per lanciare un appello alla mia città: diamo spazio all'arte, alla cultura, all'opera e ai giovani, hanno tanto da offrire.

Ogni artista dedica la sua carriera a qualcuno. A chi va il suo pensiero?

Alla mia famiglia a cui devo tantissimo e a due persone in particolare: mia nonna Angela e mia zia Mimma che purtroppo non ci sono più. Mi hanno sempre detto "non mollare mai perché vali e hai un grande dono...", mi hanno sempre appoggiato e ad ogni mio concerto ricordo il loro sguardo fiero e orgoglioso. Ogni volta che canto penso a loro e a non deluderle.

Rimpiange qualcosa?

Forse non ho mai vissuto appieno la mia giovinezza, ho sempre dedicato poco tempo alle uscite, agli amici, ai divertimenti. Forse i miei coetanei mi considerano un’aliena…ma mi ritengo fortunata. Sono una ragazza che ha qualcosa da dire, che non passa le sue giornate in modo insensato. Si deve vivere per qualcosa…E’ necessario che ognuno di noi abbia o trovi uno scopo. Il mio è quello di sognare e far sognare il pubblico. Vivere nell’arte è vivere davvero. Il tempo non va mai sprecato. Quando alla fine di un’opera o di un concerto si avvicina timidamente una persona per complimentarsi con me sono felice… non ha notato solo una voce bella e promettente, come dice la critica, ma ha letto dentro la mia anima, ha provato un brivido. Sapere che anche solo per un istante si è arrivati al cuore di qualcuno è una sensazione bellissima. Io vivo e mi emoziono…emozionando.

Gli affetti e la carriera sono delle priorità per lei, ma come si conciliano?

Con passione, determinazione, sacrificio e impegno. Non posso rinunciare alla mia carriera, al mio lavoro, al mio grandissimo amore: il canto, ma non posso nemmeno rinunciare ai miei cari, i miei pilastri di vita...senza loro crollerei! E' fondamentale avere chi ti sta accanto soprattutto in un mestiere difficile come questo.

Silvia Calanna

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