FRUTTA SECCA DALLE MILLE VIRTU'
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- Category: Scienze, Tecnologia, Medicina, Alimentazione.
- Written by LINA GIUFFRIDA
La frutta secca, sia in guscio che polposa, (fichi, albicocche, datteri, prugne, ecc.) è salutare per il corpo umano. Secondo recenti studi infatti è stato appurato che il suo consumo può avere effetto benefico su varie patologie diffuse e svolge una funzione protettiva nei confronti delle malattie cardiache. Pur essendo calorica, facendone un uso corretto, abbiamo il giusto apporto di un'infinità di sostanze benefiche. La frutta secca in guscio contiene: fibre alimentari, ferro, magnesio, zinco, potassio, fosforo, selenio, acidi grassi essenziali, proteine vegetali. Insieme a tutti i semi e i legumi, la frutta secca, in virtù delle sue qualità nutrienti, è stata sempre una componente importante nella dieta dell'essere umano. Consumata come snack, come spuntino, come decorazione per dolci, sia in granella o tostata, trasformata in burro (arachidi) o in pasta (mandorle), essa è stata negli ultimi anni rivalutata e inserita in molte linee guida di una sana alimentazione. Ed è diventata una componente importante della dieta nella prevenzione di malattie coronariche e ipercolesterolemia.
ANTICA FILASTROCCA DICEMBRINA
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- Category: Storia e tradizioni popolari
- Written by Santo
O’ quattru Barbaredda;
o’ sei, Niculedda;
all’ottu Cuncittedda;
o’ tridici Lucia bedda;
o’ vintunu S.Tummasu canta;
o’ vinticincu, la Nascita Santa;
o’ trintunu S. Silvestru Papa;
nesci lu misi, e trasi l’Annata.
POESIA ILLUSTRATA: 'U MACCU"
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- Category: Letteratura
- Written by Santo Privitera
Il Tema del mangiare assume svariati significati: Da quello più ovvio relativo all'alimentazione, a quello metaforico delle rubberie. Dire L'omu 'ca sta 'o putiri ci mangia finu( l'uomo che è al potere ci mangia bene), è convinzione comune. La cosa peggiore è Quannu 'u sazziu non criri 'o riunu( Quando chi e' sazio non crede alla fame altrui). In ogni caso: Sta' attentu picchì chissi si mangiunu macari a ttia! (Stai attento perchè questi si mangiano anche a te!).Nel 1534 lo scrittore francese Francois Rabelais scrisse il famoso romanzo satirico Gargantua e Pantagruel una ferocissima satira sulla società del suo tempo, ma ancora valida nel nostro.(Vedi illustrazione di Gustavo Dorè risalente al 1873). Si mangia in eccesso per problemi di isterìa, per predisposizione naturale o per una qualche patologia capace di scatenare una fame tremenda. Quannu 'a panza è vacanti (Quando la pancia è vuota) genera però eccessi verbali: Cetti voti mi mangiassi 'u munnu a muzzucuni! ...si, parola ca si dici. ( Certe volte mi mangerei il mondo a morsi...si, parola che si dice). C' è anche Cu pari ca si mangia 'u munnu e poi 'nveci è na povira cappa ( Sembra mangiarsi il mondo e invece è un poveraccio incapace di fare male a una mosca). In questo caso la metafora è "buonista". Nella sua accezione più ampia: I chiacchiri su cchiacciri ma a panza resta vacanti (Le chiacchiere sono chiacchiere ma la pancia resta vuota) è di grande attualità. La "Crapuloneria" nel tempo ha scatenato ogni forma di fantasia che inevitabilmente si è tradotta in letteratiura sia in Lingua che in Dialetto. Vadda 'a chiddu: mangia quantu 'mporcu! ( Guarda a quello, mangia quanto un maiale). Alcuni proverbi sono altrettante sentenze: Mangia di lu sò mangia e du to' sazziatinni(Mangia le cose degli altri e conserva le tue). Questo e' un proverbio che denuncia lo sfruttamento. Lo stesso dicasi per chi Arriva 'a taula cunzata e a pani munizzatu( Arriva appena tutto è pronto); Mangia, ca ti passa 'u scantu(Mangia che ti passa la paura). L'elenco e' infinito. Un consiglio per chi sente troppo la crisi attuale? Mangia, vivi e futtitinni!!! (Mangia,bevi e fottetene!). Lo stesso avrà pensato il poeta Salvatore Marchese allorquando nel febbraio del 1931 scrisse questi versi:
‘U MACCU**
‘A costu d’arristarimi pri peccu
su me muggheri mi cucina maccu
sta sira haiu a mangiari quantu ‘n sceccu.
Ogni tri cucchiaiati m’arrisaccu,
li causi m’allentu e lu gleccu,
poi quantu beddu chinu haiu lu saccu
ci vivu supra, masciucu lu beccu
e mutu mutu a lu lettu m’attraccu.